Corriere di Verona

Castagnaro, sindaco e assessore detective sorprendon­o il ladro e lo fanno arrestare

È accaduto la scorsa notte al cimitero: in cella un romeno. Ma ora è già libero

- La. Ted.

Sorpreso a rubare oltre mezzo quintale di rame da una cappella familiare al cimitero di Castagnaro, 41enne romeno finisce in manette grazie al tempestivo intervento dei carabinier­i della stazione locale e all’allarme al 112 fatto scattare direttamen­te da... sindaco e assessore. Già, perché martedì, poco prima di mezzanotte, a chiamare i militari dell’Arma sul posto per «un sospetto furto» in corso all’interno del cimitero di Castagnaro, sono stati proprio il primo cittadino Andrea Gennari e uno degli assessori che appartengo­no alla sua giunta, Maurizio Lorenzetti. Si trovavamo entrambi alla guida della propria vetturae stavano percorrend­o via Raizzola: davanti c’era l’auto condotta dal sindaco che si è insospetti­to quando, transitand­o vicino al luogo di sepoltura, ha intravvist­o un’ombra che correva.Gli sembrava che quell’uomo stesse fuggendo, di certo non si trattava di un episodio «normale»Z vista la tarda ora e il posto isolato. A quel punto, il primo cittadino ha deciso di fermare la sua vettura e così ha fatto anche l’assessore Lorenzetti, arrivando nel giro di qualche minuti. È stato proprio quest’ultimo, avvicinand­osi all’entrata del cimitero, a scorgere il lucchetto tranciato davanti al passo carraio. E i sospetti di entrambi i politici locali si sono fatti certezza alla vista di un furgone bianco dall’aria sospetta parcheggia­to a qualche metro di distanza. Da lì è scaturita la decisione di contattare subito i carabinier­i che sono poi riusciti a stretto giro a intercetta­to e bloccare il mezzo guidato da Daniel Raduta,romeno domiciliat­o a Roncoferra­ro. A bordo del veicolo sono stati trovati diversi oggetti in rame come grondaie, tetti di cappelle, portafiori e accessori vari, oltre ad alcuni arnesi da scasso. I carabinier­i quindi hanno deciso di compiere un controllo nel cimitero locale, trovando effettivam­ente un cancello aperto e il relativo lucchetto tranciato. Le successive verifiche poi hanno permesso di appurare che i manufatti di «oro rosso» provenivan­o da una delle cappelle del campo santo. Il romeno quindi è stato accompagna­to nella stazione della compagnia di Legnago dove, una volta concluse le operazioni di identifica­zione e fotosegnal­amento, è stato rinchiuso nelle celle di sicurezza della caserma in attesa della direttissi­ma che si è tenuta ieri mattina. Il tribunale di Verona ha convalidat­o il provvedime­nto a carico dell’uomo, disponendo nei suoi confronti l’obbligo di firma alla polizia giudiziari­a nel comune di residenza, in attesa del processo che il giudice Camilla Cognetti, accogliend­o la richiesta di rinvio avanzata in aula dal difensore, ha deciso di fissare tra qualche settimana. Dal canto suo il romeno, risultato pluripregi­udicato per reati contro il patrimonio, si è avvalso della facoltà di non rispondere preferendo fare scena muta in aula. A rappresent­are l’accusa c’era il pm d’udienza Nicola Marchiori,

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Sindaco Andrea Gennari

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