Finint, Marchi e De Vido «blindano» la banca
Cda, Perissinotto chiede garanzie sull’intesa tra i due
Finint, Marchi e De Vido «blindano» la banca. Mentre Perissinotto chiede garanzie di entrare in cda stavolta per chiudere con un accordo il divorzio tra i due soci storici di Conegliano. Resta sul varabile il barometro dei rapporti tra Enrico Marchi e Andrea De Vido, i due soci di sempre di Finanziaria Internazionale, chiamati a chiudere la difficile intesa intorno alla liquidazione e all’uscita del secondo, che deve restituire alle banche prestiti personali su investimenti finiti male. Ma nell’altalena tra pessimismo e ottimismo sulla possibilità di chiudere la vicenda con un’intesa, evitando tribunali e carte bollate, l’indicatore torna verso il bello e la possibilità di chiudere è data come possibile entro l’inizio della prossima settimana.
Ci sono elementi anche decisivi che spingono verso un’intesa. Ad iniziare dalla controllata Banca Finint. La gestione della banca corporate funziona e l’istituto nato due anni fa dall’acquisizione della licenza di Banca Arner è u scita bene, si dice, da un’ispezione di Banca d’Italia; il punto paradossale è però il rischio di contagio dal clima che vi ruota intorno. Situazione che preoccupa Banca d’Italia, che sta premendo per una soluzione sull’azionariato di Finint per dare un quadro di stabilità all’istituto. Ieri riunione del cda della banca, in cui con l’amministratore delegato Luciano Colombini siedono direttamente Marchi e De Vido. Presenti entrambi. A suo modo un segnale a Via Nazionale, connesso da un lato alla disponibilità a raccoglierne i suggerimenti, ad esempio nell’aumentare da tre a cinque la composizione del cda con l’inserimento di consiglieri indipendenti, Ma anche come conferma della volontà di chiudere l’accordo. Oltre a riaffermare che le turbolenze in Finint non hanno toccato la banca, dove la capacità del cda (l’ultima seduta risalirebbe a quattro giorni fa) di decidere è rimasta intatta.
E poi c’è la questione del nuovo cda di Finint. Ricomposto nell’assemblea del 23 febbraio con la terna che vede i due commercialisti Gianluca Vidal alla presidenza, e Gaetano Terrin, in rappresentanza di De Vido, e con loro lo storico manager delle Generali Giovanni Perissinotto, quale rappresentante di Marchi. Perissinotto su cui si è innestato un tira e molla circa l’accettazione dell’incarico. Arcano che sta andando progressivamente a fuoco: data la disponibilità ad accettare l’incarico, Perissinotto, all’estero, avrebbe però subordinato l’accettazione dell’incarico a un incontro faccia a faccia con Marchi e De Vido. Per capire quale sia il reale stato dell’arte dei rapporti tra i due e la possibilità di chiudere veramente un accordo. Insomma, pare la logica della posizione del manager, o l’incarico bis nel cda stavolta serve davvero a chiudere con un’intesa la liquidazione di De Vido, oppure lui non intende subire, e pagare, altre docce fredde. Si vedrà. Se l’evoluzione della trattativa tra i consulenti sarà positiva, sia sul fronte delle garanzie del pagamento a De Vido che del ritiro della richiesta di sequestro sulle sue azioni, la chiusura potrebbe essere affare di giorni.