Corriere di Verona

Ex popolari, sui rimborsi adesioni oltre il 30 per cento

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«Ormai l’ho detto una decina di volte. Alla fine ciascuno è un caso a sé stante e tratterà con la banca per ottenere il massimo risultato». Bruno Zago, l’imprendito­re trevigiano della carta, la vede così la stretta finale sulla partita dei rimborsi ai soci di Popolare Vicenza e Veneto Banca, su cui è entrata in campo anche l’associazio­ne degli ex grandi soci di Veneto Banca, di cui Zago fa parte. Mentre non si solleva la nebbia che avvolge i conti 2016 e il piano di fusione delle due ex popolari in mano ad Atlante (ieri cda a Vicenza, ma ancora senza decisioni o percorsi comunicati all’esterno), su cui le due ex popolari sono strette tra le richieste dell’Unione europea e della Bce intorno all’aumento di capitale a servizio della fusione, la partita dei rimborsi entra alla stretta finale, a meno di una proroga dei termini che intorno alle due banche viene però di continuo smentita. Ultime due settimane per l’adesione in Veneto Banca (scadenza 15 marzo, con due sabati d’apertura delle filiali, il 4 e l’11) e ultime tre nel caso di Bpvi (scadenza il 22 marzo con tre sabati di apertura, il 4, l’11 e il 18). E ieri le adesioni all’offerta di transazion­e avrebbe superato la soglia del 30%; pur sempre lontana dall’80% fissata a gennaio dall’amministra­tore delegato di Vicenza, Fabrizio Viola, per dichiarare il successo dell’operazione. La convinzion­e intorno ai due istituti resta però che la partita si giocherà negli ultimi giorni intorno a gli indecisi.

E non a caso proprio ora ritornano in campo anche gli ex grandi soci di Veneto Banca riuniti nell’associazio­ne «Per Veneto Banca», riunitisi il 15 febbraio a Vicenza dopo mesi di silenzio. La seconda vita dell’associazio­ne, alla cui presidenza è tornato l’imprendito­re vicentino Matteo Cavalcante, dopo un incontro con gli Ad di Vicenza e Montebellu­na, Viola e Cristiano Carrus, potrebbe puntare ad una maratona legale con gli iscritti per verificare, caso per caso, la soluzione migliore. Senza disdegnare l’ipotesi di percorrere la via della richiesta del prezzo di recesso, proposta all’associazio­ne. Ma tra gli iscritti pare prevalere la cautela.

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