Bertucco ci riprova con una civica di sinistra: «Il mio rivale? È Tosi»
Bertucco ci riprova con una civica di sinistra. «Il mio rivale? Alla fine può essere Tosi»
«Sarò il candidato di una lista civica che sarà appoggiata da partiti di sinistra, esponenti ambientalisti e comitati: avrei preferito un centrosinistra unito, come 5 anni fa, ma qualcuno l’ha reso impossibile…». Michele Bertucco rompe così gli indugi e si candida ufficialmente a sindaco di Verona. «Ho riflettuto a lungo – spiega l’ex capogruppo del Pd – ma adesso si va avanti, magari con qualche amarezza ma senza rancore per nessuno». Attorno al candidato ci sono i leader di Sinistra Italiana (Giorgio Gabanizza e Antonio Ramella) e Rifondazione Comunista (Daniele Sartori) ma anche esponenti civici come Rosanna Gava ed Enrico Bertelli.
Bertucco apre l’incontro con un filo di tensione ma poi va via come un treno e il botta-erisposta è scoppiettante. Attacco frontale a Flavio Tosi («segue progetti che dovrebbero essere lasciati al nuovo sindaco: dall’Arsenale, su cui corre a ritmi forsennati, all’Atv, alla fusione Agsm-Aim») ma ce n’è anche per gli altri candidati, alcuni dei quali, dice, «si candidano di malavoglia, oppure intervengono su temi amministrativi senza sapere di cosa parlano». Quale sarà l’avversario più forte? «Se gli altri vanno avanti così, – risponde – a partire da un centrodestra diviso e con un candidato come Tosato che secondo i sondaggi non attirerebbe molto, rischia d’essere proprio Tosi. Poi bisogna vedere chi sarà il candidato, perché il metodo-Dinasty (il riferimento è alla senatrice Patrizia Bisinella, compagna di Tosi, ndr) non mi pare una grande scelta…».
E il Pd? «So che molti vivono con sofferenza la situazione interna, ed ho fatto di tutto per favorire una soluzione unitaria dell’intero centrosinistra. Ma in cambio ho ricevuto comunicati denigratori, anche mentre mi si chiedevano nuovi incontri. E allora…». Come si chiamerà la sua civica? «Per ora abbiamo deciso solo il logo, poi vedremo. Ma senza nulla togliere ai partiti storici della sinistra, la mia è una candidatura civica, che nasce dai cittadini che me l’hanno chiesto». Ma fin dove pensa realisticamente di arrivare, visto che i partiti di sinistra-sinistra, alle regionali 2015, si erano fermati all’1,3 per cento? «Per quel che valgono – risponde –i sondaggi mi danno tra il 6 e l’8 per cento, qualcuno anche oltre: sarebbe già un bel punto di partenza per lavorare per il futuro, senza ripartire da zero». In caso di ballottaggio, chi appoggerebbe? «Di sicuro non Tosi» replica. E Gabanizza, di rincalzo: «Perché non chiedete invece al Pd chi voterebbe, al ballottaggio, tra Bertucco e Tosi?». Sull’accusa di essere un «signor no», Bertucco ricorda che «in consiglio ci sono molte mie proposte concrete, dai temi del lavoro alla gestione delle partecipate: poi è ovvio che chi fa opposizione dica molti no, se fa opposizione sul serio». Non manca la polemichetta legata sull’uso dei permessi dal lavoro: «Potete spiegare al portavoce di Tosi che sono qui dopo aver preso un giorno di ferie», dice sorridendo.
Poi un’altra stoccata al Pd: «Parlando di programmi – sottolinea – nel mio non ci sarà alcun tipo di Traforo, né lungo, né breve, né medio, e non capisco come si possa tirar fuori una proposta del genere a cento giorni dalle elezioni: col filobus in via Mameli, come pensano di mettere proprio lì, o a San Giorgio, l’uscita del tunnel?».
Restando ai temi programmatici, Bertucco ne ha presentato alcuni come l’aumento del trasporto pubblico («a Verona è solo il 20% del totale, mentre le città europee sono ormai sopra il 20»), nuove ciclabili, aree pedonali in ogni quartiere, un Polo Museale all’Arsenale, la valorizzazione della Cultura, a partire dalla Fondazione Arena, un’urbanistica che non punti tutto su centri commerciali e «cattedrali nel cemento», trasparenza negli enti pubblici e maggiore attenzione a chi è in difficoltà economiche, garantendo a tutti il diritto alla casa e ai servizi.