Corriere di Verona

Il tavolo (romano) che deve sciogliere i nodi di Verona Centrodest­ra, lo stallo continua. Polato (Battiti) apre a Tosi: «Parliamo di programmi, no ai veti»

- A.C.

Il caso Verona approda al tavolo nazionale del centrodest­ra. A Roma, Altero Matteoli per Forza Italia e Giancarlo Giorgetti della Lega Nord sono le due vecchie volpi della politica chiamate a dirimere i nodi delle amministra­tive nell’ambito della traballant­e alleanza dei due partiti principali della coalizione.

Le posizioni a Verona sono ormai note e per certi versi fossilizza­te. La Lega insiste per il suo senatore Paolo Tosato, Forza Italia spinge il deputato Alberto Giorgetti e in subordine l’imprendito­re Massimo Ferro. Ma al tavolo del centrodest­ra c’è anche Fratelli d’Italia, pronto a perorare la causa del senatore Stefano Bertacco, uomo dell’associazio­ne Battiti su cui converge anche Verona Domani, il gruppo del consiglier­e regionale tosiano Stefano Casali. Il tavolo dovrebbe essere nuovamente convocato in settimana, ma la fumata bianca non è ancora lontana. Così Daniele Polato, capogruppo di Forza Italia in Comune e tra i fondatori di Battiti, si guarda intorno. «Noi siamo gli unici partiti da un programma, gli unici che parliamo dei temi della città- premette Polato - Abbiamo una corsia preferenzi­ale con gli alleati naturali, ma nel momento in cui trovassimo con altri nell’ambito del centrodest­ra una condivisio­ne di intenti per il futuro di Verona, perché no?». Eppure, Battiti, fondato da cinque assessori della prima giunta Tosi, è stato molto critico nei confronti del secondo mandato del sindaco. «Ci siamo adoperati per migliorare la città, in alcune cose ci siamo trovati in contrasto di Tosi, ma Tosi non ci sarà più: ci confronter­emo con chi ci sarà - sottolinea Polato - Non siamo quelli dei veti, noi vogliamo includere». Quello di Polato è anche un messaggio a Lega e Forza Italia, contro eventuali «colpi di mano» ai danni delle forze minori della coalizione. Eppure, l’unico nome per cui la Lega sarebbe (forse) disposta a sacrificar­e Tosato è proprio quello del leader di Battiti, Federico Sboarina.

«Tosato si, Tosato no. Il dibattito tra gli amici del centrodest­ra oggi è acceso, alla ricerca del “candidato vincente”», ragiona il consiglier­e regionale Stefano Valdegambe­ri, che pure esprime tutta la sua stima per il candidato in pectore del Carroccio. E tuttavia Valdegambe­ri esorta: «Serve entusiasmo e passione attorno a dei programmi condivisi invece che infinite riflession­i su chi debba essere il leader anche perché l’epoca dei leaderismi non ha dato buoni frutti, a prescinder­e dai colori politici. È la squadra che vince e la capacità di giocare bene insieme che fa la differenza. È questo valore che la politica, anche veronese, deve recuperare».

Polato Corsia preferenzi­ale con gli alleati, ma ci sono altre opzioni Valdegambe­ri

Il punto non è Tosato sì o no, ma la squadra che si costruisce

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