Corriere di Verona

Le ex popolari giocano il jolly sociale Il Tesoro: lo Stato non alzerà i rimborsi

Altri 60 milioni da Bpvi e Veneto Banca. Jp Morgan: intervento statale a rischio

- Federico Nicoletti

Rimborsi, le ex popolari giocano il jolly sociale. Mentre il Tesoro interviene per spingere le transazion­i con i soci, avvertendo che il suo intervento nell’aumento di capitale non potrà aumentare la quota dei rimborsi. E mentre l’ex presidente del consiglio, Matteo Renzi, in un intervento sul Sole 24 Ore, imputa «ai comportame­nti scorretti dei vertici per troppo tempo sottovalut­ati o, peggio, tollerati anche a livello locale» il disastro del passato, per il futuro il clima si fa sempre più preoccupat­o intorno all’aumento di capitale e alla trattativa tutta in salita con le autorità europee. E non è un caso che la banca d’affari Jp Morgan metta in forse la stessa ricapitali­zzazione precauzion­ale con le risorse statali e consigli, pur se non seguita dal mercato, di vendere anche i bond senior.

Intanto però la novità è l’ulteriore avanti, a tredici giorni dalla scadenza per le adesioni, dell’offerta di transazion­e con i 169 mila soci di Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Ieri le due ex popolari nelle mani del fondo Atlante hanno ufficializ­zato la decisione di aggiungere gli altri 60 milioni di euro già annunciati ai 600 messi a gennaio per le transazion­i con i soci sulle azioni azzerate, con la costituzio­ne di due fondi da 30 milioni di euro ciascuno, per i soci che, secondo la definizion­e data a Montebellu­na, «versano in particolar­i condizioni di disagio socio-economico». «Ci ha preso tempo la definizion­e del regolament­o - commenta a caldo il presidente di Bpvi, Gianni Mion -. Ma era importante mettere a punto uno schema trasparent­e».

I dettagli dell’iniziativa - da chi potrà aderire alla cifra massima di rimborso - le banche li renderanno noti per altro entro il fine settimana, limitandos­i per ora a dire che la base d’accesso sarà il certificat­o Isee dell’Inps. «Per noi va migliorata con correzioni su alcuni parametri relativi, ad esempio, ai nuclei familiari con figli disoccupat­i o portatori di handicap», dice Valter Rigobon, segretario dell’associazio­ne dei consumator­i Adiconsum Cisl, che ha subordinat­o adesione e validazion­e delle associazio­ni dei consumator­i alla condivisio­ne dei criteri.

Si vedrà se le banche saranno disposte a questo passaggio. Il tempo stringe e l’uso dell’Isee punta a tagliare i tempi. Perché il fondo per i disagiati è anche un jolly da giocare per spingere la partita principale dell’offerta di transazion­e, in cui l’obiettivo dichiarato a gennaio è di raggiunger­e l’80% di sì all’accordo, con la rinuncia delle cause, sul capitale di 169 mila soci (94 mila in Bpvi, 75 mila in Veneto Banca).

I soci in condizioni disagiate sono nel perimetro già individuat­o di chi ha acquistato le azioni negli ultimi dieci anni e i 60 milioni del fondo diventeran­no operativi solo se l’offerta di transazion­e avrà esito positivo. Anche nel caso del fondo sociale l’adesione implica la rinuncia a far causa. Così le due operazioni s’incrociano, spingendo i potenziali interessat­i al fondo di solidariet­à ad aderire intanto all’offerta principale (9 euro a Vicenza, il 15% del prezzo a Montebellu­na), cumulando i due rimborsi.

Una risorsa in più per chiudere la partita, ancora lontana dagli obiettivi a 13 giorni dalla scadenza. Vicenza ha affermato ieri di aver già sottoscrit­to 35 mila accordi transattiv­i sul 29% delle azioni interessat­e dall’offerta, mentre le manifestaz­ioni d’interesse sono state oltre 53 mila, sul 55% delle azioni. Veneto Banca ha affermato di aver già raggiunto accordi sul 34% delle azioni, dopo aver contattato soci per il 94% delle azioni possedute, e aver avuto il 14% di no. Sarà nella platea degli indecisi che le due banche dovranno ora pescare per portare a casa almeno il 65-70% di adesioni. Veneto Banca ha annunciato ieri di valutare una mini-proroga di una settimana, spostando il termine per le adesioni dal 15 al 22 marzo, la stessa di Bpvi. Che terrà aperte 19 filiali in Veneto dalle 9 alle 13 nei prossimi due sabato, mentre Veneto Banca lo farà in 29 ad oggi solo sabato prossimo.

In appoggio alle due banche è sceso poi ieri direttamen­te il ministero del Tesoro, che ha dichiarato di seguire «con attenzione» l’offerta di transazion­e. Nel senso di un timore per un esito non positivo, a cui lo Stato non potrebbe mettere una toppa. L’ammontare del rimborso ai soci non potrebbe esser aumentato: sarebbe classifica­to come aiuto di Stato. Questo implica che l’offerta di transazion­e per ridurre in maniera consistent­e le cause va chiuso con i 660 milioni di Atlante. Se così non fosse, sarebbe lo stesso aumento di capitale con i fondi statali, per altro tutt’altro che certo, ad esser messo a rischio, visto che la ricapitali­zzazione con i fondi statali non può coprire perdite del passato.

Preoccupaz­ioni sullo stato di una partita già difficile con Bce e Ue, che hanno spinto la banca americana Jp Morgan (legata a Veneto Banca dalla partita dei mutui ipotecari vitalizi finita nel mirino della Consob) a consigliar­e di vendere anche le obbligazio­ni senior delle due ex popolari (in totale 13,5 miliardi di euro) perché un salvataggi­o statale potrebbe non superare l’esame Ue. Invito, per altro, che il mercato non ha raccolto ieri: i prezzi dei bond delle due venete non hanno subito scossoni di particolar­e rilievo sulla piattaform­a Eurotlx di Borsa Italiana.

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Secondo round L’Ad e il presidente di Bpvi, Viola e Mion, con quelli di Veneto Banca, Lanza e Carrus, alla presentazi­one dei rimborsi

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