Galletti, l’uomo che scoprì Belotti «Ora caccio talenti per il Chievo»
Nella storia di Andrea «Gallo» Belotti, re dei bomber di A e vice-re in Europa dietro Leo Messi, c’è un capitolo scritto da un difensore centrale degli anni 80-90 che oggi fa l’osservatore per il Chievo. Si chiama Roberto Galletti, classe ‘67, ex Cremonese e Perugia, dieci anni da allenatore nelle giovanili, poi i Dilettanti e vice di Giuseppe Scienza in Lega Pro. In questi giorni consacrati al racconto del principe di Torino - 22 gol, beatificato con la famosa clausola rescissoria per l’estero da 100 milioni di euro - è giusto raccontare anche di quel 2008 in cui Galletti, allenatore degli Allievi Nazionali, convinse l’AlbinoLeffe a non bocciare un Belotti 15enne.
«Andrea era effettivamente in una fase d’involuzione, non aveva ancora la sua esuberanza atletica e si poteva ragionevolmente pensare che non arrivasse a un certo livello», ricorda Galletti: «Ma vedevo la sua caparbietà, la sua voglia. Così ottenni un po’ di tempo, qualche mese, dal club». Poche parole, chiare però. «Gli dissi che da lì in avanti avrebbe dovuto fare qualcosa in più, se voleva entrare in Primavera. Non so se questo parlar chiaro abbia contribuito, ma da lì il ragazzo è svoltato. Poi negli anni è diventato l’attaccante di oggi». Una lezione. «Da quell’AlbinoLeffe è partito anche Mattia Valoti dell’Hellas, che già negli Allievi sembrava promettere di più. Ma mai sbilanciarsi: Belotti all’inizio era riserva dietro un attaccante che oggi ha fatto carriera nei Dilettanti».
Galletti, adesso, è uno di quelli che riportano per conto del Chievo. «Sono osservatore dal finale della scorsa stagione». Italia ed estero. «Sempre via nei weekend, poi i turni infrasettimanali». Era a vedere proprio Torino-Palermo, tre
giorni fa, Galletti: tripletta di Belotti, un abbraccio veloce dopo il match e agenda a una nuova partita. «In Italia abbiamo qualche buon prospetto in attacco, meno che in passato circa i difensori, lì la nostra scuola s’è modificata parecchio e sarebbe opportuno lavorarci tanto». Intanto Galletti, come tutti gli osservatori clivensi, lavora per scovare nuovi nomi. «Qualcosa d’interessante in giro s’è visto: vediamo se si sviluppa nei prossimi mesi».