La protesta del corteo fucsia «Basta col divario salariale»
(d.o.) Lo sciopero «fucsia» avrà convinto poco i dipendenti delle ditte di trasporti pubblici, o della pubblica amministrazione. Ma a scuola, anche in provincia di Verona, ha lasciato il segno. È stato sufficiente che a incrociare le braccia fossero alcuni collaboratori scolastici, soprattutto nelle scuole più piccole. Così, a sorpresa, ieri molti genitori hanno accompagnato i loro figli davanti a istituti che non hanno nemmeno aperto: è accaduto a Raldon, San Giovanni Ilarione, Montecchia di Crosara e a Montorio. Il motivo? È possibile che le bidelle (nella stragrande maggioranza si tratta di donne) si siano fatte convincere dagli otto punti del manifesto di «Non una di meno», l’associazione che ha organizzato la protesta femminista in Italia. Forse, più probabilmente, è possibile che abbiano contribuito le antiche ruggini post buona scuola, con il taglio alle supplenze e all’organico.Sia chiaro: non è stato l’unico caso. Hanno fatto sciopero anche alcuni docenti (pochi: al massimo due o tre per scuola), alcune educatrici degli asili nido (in questo caso con disagio maggiore) e impiegati comunali.
Per molti di loro l’appuntamento è stato, assieme ad altre manifestanti alle 18 in piazza Bra, per il corteo. Alla fine hanno sfilato, fino a piazza Indipendenza qualche centinaio di persone, allo slogan «insieme siam partite, insieme torneremo: non una di meno». Lo sciopero è stato criticato da più parti come controproducente, ma per chi era in piazza ragioni per incrociare le braccia ce n’erano eccome. «Basta pensare al divario salariale, che in Italia è più accentuato che altrove - dice Marta, in prima fila - e a come sono distribuiti i ruoli apicali: i professori ordinari, per esempio, sono tutti uomini».Quasi tutte mostrano un post-it fucsia, simbolo della manifestazione. Una giovane donna con il pancione ha optato per «Partorire è una libera scelta». Altri rilanciano altri slogan prochoice: «La 194 non basta». Non è mancato il blitz al cortile di Giulietta, dove è stata fatta indossare alla celeberrima statua una parrucca, ovviamente fucsia.