La tassa sulla Pedemontana veneta «Ma che c’entriamo noi veronesi?»
La provocazione di Sandri. I consiglieri regionali: si pensi a tutte le strade
Il sassolino lo lancia l’ex leghista e assessore regionale alla Sanità, Sandro Sandri, con un post sui social network: «Mi sembra piuttosto ingiusto che i contribuenti veronesi siano obbligati a pagare per realizzare un’autostrada che non tocca la loro provincia e che la stragrande maggioranza di loro non utilizzerà mai…». Parliamo del progetto di rilancio e completamento della Pedemontana e della relativa addizionale Irpef - con intervento solo sui redditi oltre i 28 mila euro - annunciata dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. Il sassolino lanciato da Sandri è diretto ai consiglieri regionali veronesi, specie quelli di maggioranza. Non tutti accolgono la provocazione ma, in queste ore di dibattito e polemiche sull’annuncio di Zaia, molti colgono l’occasione per mettere l’accento sulle opere infrastrutturali rimaste in sospeso a Verona. Vedi Stefano Valdegamberi, eletto proprio nella lista Zaia: «La Pedemontana è utile per l’economia di tutto il Veneto, compresa Verona. Inoltre l’addizionale colpisce solo le fasce più ricche. Quello che dico è: si faccia l’addizionale per un anno, poi l’anno successivo si abbassi e si trovino risorse anche per le opere veronesi al palo. Penso al completamento della Mediana, alla Grezzanella, alla strada della Val d’Illasi». Chi si avvicina alla provocazione di Sandri, semmai, è Manuel Brusco, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle: «La richiesta dell’addizionale Irpef per la Pedemontana è uno specchietto per le allodole. Con questa manovra la Regione incassa 220 milioni l’anno contro i 16,5 milioni l’anno che servono per coprire il rilancio della Pedemontana stessa, tra l’altro un’opera che prima doveva costruire un privato e di cui adesso s’incarica la Regione. Si fa cassa, quindi, aumentando le
tasse ai veneti, cosa che Zaia assicurava non avrebbe mai fatto, e lo si fa per poi utilizzare la maggior parte di quei soldi in altri settori con problemi, vedi rischio idrogeologico, sanità, sociale, trasporto pubblico locale. Stando così le cose, motivo in più per dire che i veronesi non dovrebbero tirare fuori un centesimo». C’è chi invita a evitare il campanilismo, come Orietta Salemi, consigliere regionale del Pd. «Di prim’acchito credo che un ragionamento esclusivamente confinato al territorio, tipo quello di Sandri, sia sbagliato. Io farei un ragionamento più ampio. Se bisogna mettere l’addizionale Irpef, lo si faccia per sanare tutte le ferite infrastrutturali del Veneto: in sospeso anche qui a Verona, per dire, abbiamo la Grezzanella, che doveva evitare di far passare il traffico pesante da Villafranca…». Ecco allora, da Forza Italia, il vicepresidente del consiglio regionale Massimo Giorgetti: «La nostra posizione è che l’addizionale Irpef va concepita come una tassa di scopo sulle infrastrutture del Veneto. Non si pagherà per la sola Pedemontana, ma anche per altri interventi sulla viabilità regionale. Penso, per Verona, a quelle opere citate da Valdegamberi, compresa la strada regionale 10 tra Legnago e Padova…». C’è chi batte su quel punto pure tra i consiglieri regionali della Lista Tosi, cioè Stefano Casali, Andrea Bassi e Giovanna Negro. Secondo Bassi, «di petto verrebbe da dire ch’è ingiusto far pagare anche i veronesi per la Pedemontana, ma noi siamo amministratori, dobbiamo interessarci dell’intera Regione e se un’opera tocca solo alcune province non significa che solo quelle province debbano pagarla. Sicuramente la critica di Sandri ha un fondamento, perché c’è la forte impressione che negli ultimi 20 anni l’attenzione infrastrutturale della Regione si sia concentrata molto su alcune aree e poco sul Veronese, considerato a volte come periferia dell’impero». Dice Casali: «Non concordo con Sandri, tutti gli imprenditori veronesi hanno diritto alla miglior viabilità possibile nel Veneto. Il problema vero è capire se l’addizionale Irpef è una tassa di scopo per sanare una ferita oppure è qualcosa di diverso che serve per altro». Anche Negro prova ad allargare il raggio: «La manovra dell’Irpef serve per fare più cassa, va a sistemare un bilancio. Solo una minima parte andrà a pagare un’opera, la Pedemontana, per cui la Regione sta togliendo il rischio d’impresa a un’azienda a discapito della popolazione aumentando le tasse. Ed era stato Zaia, in campagna elettorale, a dire che non avrebbe messo le mani in tasca ai cittadini…».
Brusco (M5S) I veronesi non dovrebbero tirar fuori un euro Giorgetti (FI) Dovrà finanziare anche gli interventi in provincia