Corriere di Verona

L’Accademia di Belle Arti diventa statale «Cresciamo tanto, ora ci sono garanzie»

La Fondazione passa alle dipendenze del Miur. «Vorremmo allargarci all’ex Archivio di Stato»

- Davide Orsato

Da «Libera scuola», poi Fondazione, ad Accademia statale. Con la delibera approvata dalla giunta comunale mercoledì è ufficiale: l’ex Cignaroli (ora, sempliceme­nte «Accademia di Belle Arti di Verona» diventerà una scuola di Stato, come le università e i conservato­ri. E, in pratica, come la gran parte delle altre Accademie sparse in giro per l’Italia. L’annuncio è arrivato, per una fortunata coincidenz­a, ieri, durante l’inaugurazi­one dell’anno accademico. È una notizia che cambierà di non poco la vita (e le prospettiv­e) di studenti e docenti: i secondi diventeran­no a tutti gli effetti dipendenti del Miur. Ciò significa anche maggior stabilità finanziari­a e minori spese per il Comune. A spiegarlo è Stefano Pachera, da dieci anni presidente dell’istituzion­e. «La possibilit­à di diventare accademia statale precisa - è figlia di un decreto ministeria­le che ha individuat­o cinque realtà simili in tutta Italia: oltre a Verona, Genova, Perugia, Ravenna e Bergamo. Dal ministero arriverà breve, per l’anno in corso, un fondo pari a un milione e 397 mila euro». Allo stato attuale, l’Accademia è di proprietà di Comune e Provincia. Nonostante gli sforzi per allargare il bacino di iscritti (che ora provengono dalle province di Trento, Vicenza e Mantova) e i molti progetti di parternari­ato che sono stati attivati (ad esempio con il Mart di Rovereto) non è stato ancora possibile coinvolger­e altri enti locali nell’amministra­zione (e quindi nell’erogazione di fondi). È Palazzo Barbieri a garantire la maggior parte delle coperture, con un’erogazione che in passato arrivava ad 800 mila euro all’anno. Questi, a partire dall’anno in corso, si sono ridotti a 300 mila euro, con la garanzia di avere in concession­e gratuita Palazzo Montanari, la sede storica dell’Accademia. Quest’ultima, però, visto l’aumento degli iscritti, non basterà: «Dal 2007 siamo passati da 250 a 600 - fa sapere Pachera ora abbiamo in affitto alcuni spazi all’ex palazzo dei Mutilati, ma altri se ne potrebbero trovare, anche qui vicino, grazie alle alienazion­i della Provincia. L’ideale sarebbe l’ex archivio di Stato».

La crescita dell’Accademia non è stata solo numerica. È il direttore Massimilia­no Valdinoci a ricordare i nuovi corsi attivati. Uno dei più prestigios­i, la scuola di restauro, concluderà il quinquenni­o tra un mese esatto, il 10 aprile, con il primo esame di Stato per sei candidate. «A questo si aggiungerà a breve un nuovo percorso triennale dedicato al digitale - ha annunciato Valdinoci - che punterà, come gli altri corsi, a fornire ai nostri studenti gli strumenti richiesti dal mondo del lavoro». L’Accademia scaligera, del resto, guarda molto al lato pratico: «Abbiamo implementa­to - ha proseguito Valdinoci - gli accordi con diversi committent­i, mondo ecclesiast­ico incluso. Per il Mart i nostri studenti hanno realizzato i cartonati per il bookshop. E poi c’è il portale di palazzo Montanari, primo laboratori­o di restauro, che ormai si sta avviando a conclusion­e». Anche per Antonia Pavesi, consiglier­a comunale con delega alla Cultura, «la statalizza­zione sarà una garanzia per una realtà che sta crescendo in modo esponenzia­le».

La lectio magistrali­s, una tradizione dell’inaugurazi­one dell’anno accademico (che fra un paio di mesi volgerà al termine) è stata affidata per la prima volta ad una donna, Micol Forti, direttrice della collezione d’arte contempora­nea dei Musei Vaticani. «Le accademie sono storicamen­te il luogo dove si incontrano tradizione e innovazion­e - ha detto - talvolta anche al limite dello scontro. Ecco perché è un elemento vitale per la generazion­e di nuove idee e nuovi linguaggi nell’arte». La parola è andata anche agli studenti, rappresent­ati da Giulia Bagos, all’ultimo anno: «Qui dentro ha detto - io ho trovato il mio “come”: auguro lo stesso agli studenti che verranno».

Corsi/1 La scuola di restauro chiude il primo ciclo Corsi/2 A breve un nuovo percorso dedicato all’arte in digitale

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A fianco, l’ingresso dell’Accademi a di Belle Arti Sopra, Stefano Pachera, al timone della «università» d’arte
(Sartori) Opere e studio A fianco, l’ingresso dell’Accademi a di Belle Arti Sopra, Stefano Pachera, al timone della «università» d’arte

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