L’Accademia di Belle Arti diventa statale «Cresciamo tanto, ora ci sono garanzie»
La Fondazione passa alle dipendenze del Miur. «Vorremmo allargarci all’ex Archivio di Stato»
Da «Libera scuola», poi Fondazione, ad Accademia statale. Con la delibera approvata dalla giunta comunale mercoledì è ufficiale: l’ex Cignaroli (ora, semplicemente «Accademia di Belle Arti di Verona» diventerà una scuola di Stato, come le università e i conservatori. E, in pratica, come la gran parte delle altre Accademie sparse in giro per l’Italia. L’annuncio è arrivato, per una fortunata coincidenza, ieri, durante l’inaugurazione dell’anno accademico. È una notizia che cambierà di non poco la vita (e le prospettive) di studenti e docenti: i secondi diventeranno a tutti gli effetti dipendenti del Miur. Ciò significa anche maggior stabilità finanziaria e minori spese per il Comune. A spiegarlo è Stefano Pachera, da dieci anni presidente dell’istituzione. «La possibilità di diventare accademia statale precisa - è figlia di un decreto ministeriale che ha individuato cinque realtà simili in tutta Italia: oltre a Verona, Genova, Perugia, Ravenna e Bergamo. Dal ministero arriverà breve, per l’anno in corso, un fondo pari a un milione e 397 mila euro». Allo stato attuale, l’Accademia è di proprietà di Comune e Provincia. Nonostante gli sforzi per allargare il bacino di iscritti (che ora provengono dalle province di Trento, Vicenza e Mantova) e i molti progetti di parternariato che sono stati attivati (ad esempio con il Mart di Rovereto) non è stato ancora possibile coinvolgere altri enti locali nell’amministrazione (e quindi nell’erogazione di fondi). È Palazzo Barbieri a garantire la maggior parte delle coperture, con un’erogazione che in passato arrivava ad 800 mila euro all’anno. Questi, a partire dall’anno in corso, si sono ridotti a 300 mila euro, con la garanzia di avere in concessione gratuita Palazzo Montanari, la sede storica dell’Accademia. Quest’ultima, però, visto l’aumento degli iscritti, non basterà: «Dal 2007 siamo passati da 250 a 600 - fa sapere Pachera ora abbiamo in affitto alcuni spazi all’ex palazzo dei Mutilati, ma altri se ne potrebbero trovare, anche qui vicino, grazie alle alienazioni della Provincia. L’ideale sarebbe l’ex archivio di Stato».
La crescita dell’Accademia non è stata solo numerica. È il direttore Massimiliano Valdinoci a ricordare i nuovi corsi attivati. Uno dei più prestigiosi, la scuola di restauro, concluderà il quinquennio tra un mese esatto, il 10 aprile, con il primo esame di Stato per sei candidate. «A questo si aggiungerà a breve un nuovo percorso triennale dedicato al digitale - ha annunciato Valdinoci - che punterà, come gli altri corsi, a fornire ai nostri studenti gli strumenti richiesti dal mondo del lavoro». L’Accademia scaligera, del resto, guarda molto al lato pratico: «Abbiamo implementato - ha proseguito Valdinoci - gli accordi con diversi committenti, mondo ecclesiastico incluso. Per il Mart i nostri studenti hanno realizzato i cartonati per il bookshop. E poi c’è il portale di palazzo Montanari, primo laboratorio di restauro, che ormai si sta avviando a conclusione». Anche per Antonia Pavesi, consigliera comunale con delega alla Cultura, «la statalizzazione sarà una garanzia per una realtà che sta crescendo in modo esponenziale».
La lectio magistralis, una tradizione dell’inaugurazione dell’anno accademico (che fra un paio di mesi volgerà al termine) è stata affidata per la prima volta ad una donna, Micol Forti, direttrice della collezione d’arte contemporanea dei Musei Vaticani. «Le accademie sono storicamente il luogo dove si incontrano tradizione e innovazione - ha detto - talvolta anche al limite dello scontro. Ecco perché è un elemento vitale per la generazione di nuove idee e nuovi linguaggi nell’arte». La parola è andata anche agli studenti, rappresentati da Giulia Bagos, all’ultimo anno: «Qui dentro ha detto - io ho trovato il mio “come”: auguro lo stesso agli studenti che verranno».
Corsi/1 La scuola di restauro chiude il primo ciclo Corsi/2 A breve un nuovo percorso dedicato all’arte in digitale