Corriere di Verona

Minor Hierusalem ovvero l’innovazion­e per gli spazi religiosi

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Dal Cammino di Santiago ai pellegrina­ggi sulla via Francigena, dalle vie della spirituali­tà (promosse dalla Regione, ce n’è una anche in Valpolicel­la) alla Minor Hierusalem. È in atto un «rinascimen­to medievale»: si riscoprono antiche chiese e il piacere di viaggiare a piedi della precarietà. Un’occasione per valorizzar­e il ricco patrimonio culturale, spesso sconosciut­o, delle diocesi italiane. Ma non prive di rischio. «Il più grave, è presto detto, è quello della musealizza­zione». A sostenerlo è monsignor Pasquale Iacobone, del Pontificio consiglio della Cultura, e responsabi­le del dipartimen­to «Arte e Fede» per il Vaticano. Ieri, monsignor Iacobone è stato tra i principali relatori del convegno «Conoscere, conservare, valorizzar­e il patrimonio religioso culturale», promosso dall’istituto di studi religiosi Santa Maria di Monte Berico e dalla facoltà teologica Marianum, che ha preso il via ieri in città al Vescovado e proseguirà oggi e domani in Fiera a Vicenza. «Quello che è stato avviato a Verona con il percorso Minor Hierusalem - è una forma innovativa di fruizione degli spazi religiosi. Si regge molto sul volontaria­to e quindi c’è sempre l’onere di una formazione continua per gli addetti. Se le persone non sono preparate c’è il rischio di una banalizzaz­ione del sacro». Stesso rischio che, per Iacobone, si corre con l’entrata a pagamento nelle chiese: «In certi casi, come a Verona, è necessario, ma potrebbe dare l’impression­e a chi le visita che si tratti di un museo come un altro». (d.o.)

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