Ponti stradali a rischio, Provincia in attesa «Lavori solo quando arrivano i soldi Atv»
Il vicepresidente Caldana fa il punto sugli interventi da sostenere dopo il crollo del cavalcavia sull’A14
Dopo la tragedia di giovedì pomeriggio sull’autostrada A14, dove il cedimento improvviso di un cavalcavia ha provocato la morte di una coppia che viaggiava in auto, torna d’attualità il tema della sicurezza delle infrastrutture nel Veronese. La Provincia ha messo sotto osservazione quattro ponti «ammalorati». «Ma i cantieri potranno partire solo quando arriveranno i soldi della vendita delle quote di Atv» avverte il vicepresidente Caldana.
VERONA I 21 milioni ricavati dalla vendita delle azioni Atv? Per la sicurezza di automobilisti e studenti. Lo aveva messo in chiaro il presidente della Provincia Antonio Pastorello nelle scorse settimane, spiegando che le casse dell’ente erano ormai vuote e che solo con la vendita del proprio patrimonio (quote di partecipazione comprese) si sarebbero potuti finanziare gli interventi necessari.
Tema tornato d’estrema attualità dopo la tragedia di giovedì pomeriggio sull’autostrada A14, dove il cedimento improvviso di un cavalcavia ha provocato la morte di una coppia che viaggiava in auto. A metà febbraio, in prefettura, si era tenuto un vertice tra autostrade, Anas, Veneto Strade, Provincia e polizia stradale per fare il punto della situazione. Riunione programmata su disposizione del Ministero delle Infrastrutture e dalla quale sembra non siano emerse situazioni di particolare criticità. Intanto, però, la Provincia ha deciso di mettere sotto osservazione quattro ponti che avevano presentato «anomalie». Si tratta di quello di Torretta di Legnago sulla provinciale 46, di quello di Santa Teresa in Valle a Cerea, di quello lungo la provinciale 15 a Roverè e di quello di Stallavena lungo la provinciale 6. «Sono stati riscontrati ammaloramenti – spiega il vicepresidente dell’ente, Pino Caldana – e abbiamo deciso di intervenire in anticipo, senza aspettare che la situazione si aggravi». Il problema, però, rimane quello dei soldi: senza fondi, i cantieri non partono. Proprio per questo motivo, si è deciso di evitare di «sovraccaricare» le infrastrutture, intervenendo con specifiche ordinanze che limitano il transito.
A Legnago sul ponte della Torretta, transito vietato ai mezzi sopra le 12 tonnellate e senso unico alternato; a Cerea senso unico alternato. In Lessinia, a Roverè, sul ponte che collega il paese a Cerro, transito vietato ai veicoli sopra le 12 tonnellate di peso e circolazione a senso alternato. Niente limitazioni, per il momento, sul ponte di Stallavena, come ricorda il consigliere provinciale (e assessore comunale di Grezzana Zeno Falzi): «Lì sono state riscontrate crepe longitudinali che non rappresenterebbero pericolo imminente – spiega -. A breve effettueremo un sopralluogo con i tecnici per studiare l’intervento migliore».
Secondo le prime stime, si parla di un costo di circa 1,2 milioni. Stesso preventivo anche per l’intervento sul ponte di Roverè. «Con gli avanzi di bilancio abbiamo appena chiuso un bando da 7milioni per riasfaltare gran parte delle strade di nostra competenza - ricorda Caldana -. E grazie alle nuove entrate, contiamo di finanziarne un altro dello stesso importo a breve, oltre agli interventi sui ponti e nelle scuole». (e.p.)