Lavoro, la disoccupazione si restringe Verona terza miglior provincia d’Italia
Nel 2016 il dato è calato al 5,3% ed è il più basso registrato in Veneto . Bauli (Confindustria) esulta Giuseppe Riello: «Rimangono margini di crescita». E i sindacati: «Qualità bassa di posti e contratti»
Nel 2016, la disoccupazione, a Verona, ha allentato la presa. Anzi, i dati pubblicati ieri dall’Istat, proiettano la nostra provincia come la migliore a livello regionale e tra le migliori tre a livello nazionale. Secondo l’istituto nazionale di statistica, infatti, l’anno scorso, nella nostra provincia, si è registrata una percentuale complessiva di disoccupati pari al 5,3%, a fronte di una media regionale che indica un tasso di disoccupazione del 6,8%. Al secondo posto, infatti, in Veneto, ci sono Vicenza e Belluno che però hanno registrato una percentuale di disoccupazione del 6,2%; le altre province venete hanno una disoccupazione pari o superiore al 7%. A livello nazionale, invece, Verona si piazza dietro Bolzano, che ha un tasso di disoccupazione del 3,7%, e Reggio Emilia, che ha il 4,7. Numeri sicuramente positivi, tenendo conto che, nel giro di dodici mesi, Verona ha abbattuto il proprio tasso di disoccupazione di quasi un punto percentuale. Per questo Michele Bauli, presidente Confindustria Verona, precisa: «I dati del mercato del lavoro non possono che farci piacere. Le nostra provincia conferma di essere un territorio dalla grande performance: una disoccupazione al 5,3% ci colloca, infatti, al vertice del Veneto e sul podio nazionale, ma soprattutto ci conferma una situazione dell’occupazione in miglioramento rispetto al dato del 2015, che registrava un tasso di disoccupazione del 6,2%». Certo va segnalato che 5,3% è una media tra la disoccupazione maschile, che è pari al 4,9%, e quella femminile, superiore di un punto percentuale, e che la percentuale di occupati sia buona, pari al 65,4%, ma non straordinaria. Per capire: il tasso medio di occupati dell’Emilia Romagna è del 68,4%, quello della Lombardia del 66,2%. Non a caso, Giuseppe Riello, presidente della Camera di Commercio scaligera, analizza: «Il risultato è positivo, ma rimangono ampi margini di miglioramento. Ricordo, ad esempio che, ad inizio anni 2000, la disoccupazione era a livello fisiologico, attorno al 3,5%, mentre oggi permangono le difficoltà, soprattutto per le piccole aziende. Certo, questo dato importante è frutto di vari fattori: le aziende hanno saputo diversificare e puntare sull’export, è cresciuto il comparto turistico e hanno dato frutti gli interventi della Camera di Commercio, sia per sostenere le aziende attraverso i confidi, sia con le attività di promozione realizzate». Al di là delle percentuali, tuttavia, le organizzazioni sindacali invitano a guardare alla «qualità» dei numeri: «Il dato è confortante – spiega Massimo Castellani, segretario generale Cisl Verona – ma viste le difficoltà del nostro comparto manifatturiero, rispetto al terziario e ai servizi, si può ipotizzare che non stiamo parlando della stessa qualità di contratti e di occupazione degli anni pre–crisi». Con Michele Corso, segretario generale Cgil Verona, che aggiunge: «Non dimentichiamo che Verona è prima a livello regionale anche per numero di voucher utilizzati. Quindi, il dato in sé è positivo, un po’ meno la sostenibilità di questa occupazione». E Lucia Perina, segretario generale scaligero della Uil conclude: «Certo, è diminuita la disoccupazione, ma l’occupazione creata è precaria e la sostenibilità del reddito familiare sempre molto complessa».