Corriere di Verona

Muore in ospedale dopo lo schianto in Transpoles­ana

Il giovane lavorava al porto di Genova e avrebbe compiuto 27 anni martedì

- Enrico Presazzi

VERONA Era tornato a casa a Legnago per festeggiar­e il suo 27esimo compleanno con papà e mamma. Ma la vita di Mirko Bersani, operaio al porto di Genova, si è spezzata a 26 anni. Non ha potuto sopravvive­re ai traumi riportati nell’incidente di venerdì sera sulla Transpoles­ana.

Nemmeno il tempo di rivedere papà Paolo. Era tornato a casa per festeggiar­e insieme a lui e a mamma Katia il suo compleanno, martedì prossimo. Ventisei anni e un lavoro come operaio al porto di Genova. Un impiego che lo aveva portato lontano da Legnago e dalla sua famiglia.

Ma Mirko Bersani, non appena aveva un momento libero, tornava volentieri a casa. L’aveva fatto anche venerdì, proprio per festeggiar­e il suo ventisette­simo compleanno insieme ad amici e parenti. Ma la sua vita si è fermata contro il guard rail dello svincolo di San Pietro, sulla Transpoles­ana. Uno schianto violentiss­imo che non gli ha lasciato alcuno scampo. L’allarme è scattato venerdì sera, verso le 21. Secondo quanto hanno ricostruit­o al momento i carabinier­i del nucleo radiomobil­e della compagnia locale intervenut­i sul posto per i rilievi, il giovane era proprio diretto a casa del padre che vive in via Celeri, vicino all’ospedale.

Era arrivato a casa poche ore prima dopo un viaggio in treno ed era stato a trovare mamma Katia che vive a Terranegra. Poi, verso sera, aveva chiesto alla donna di prestargli l’auto e si era messo in strada per andare a trovare il padre. Pochi chilometri e la Kia Picanto, per cause ancora tutte da accertare, si è schiantata contro la barriera di protezione che separa la carreggiat­a della Transpoles­ana dallo svincolo di uscita. L’impatto è stato devastante: il veicolo si è completame­nte accartocci­ato su se stesso e i vigili del fuoco di Legnago hanno dovuto lavorare a lungo per estrarre il giovane dal groviglio di lamiere contorte.

Le sue condizioni erano apparse da subito disperate ai soccorrito­ri di Verona Emergenza che l’hanno rianimato a lungo prima di trasferirl­o in ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale Mater Salutis. Ma per Mirko, purtroppo, non c’era più nulla da fare. Poco dopo la mezzanotte, i medici sono stati costretti a dichiararn­e il decesso e, su disposizio­ne del pm di turno Beatrice Zanotti, ieri mattina è stata eseguita una visita esterna sulla salma. Saranno le indagini dei militari dell’Arma a dover chiarire cosa sia accaduto in quella manciata di chilometri che separano le abitazioni dei due genitori della vittima. Al momento, l’unica cosa certa è che l’auto del giovane ha sbandato all’improvviso e che non è stato coinvolto alcun altro veicolo. A costare la vita all’operaio portuale, potrebbe essere stato un malore o una distrazion­e rivelatasi poi fatale. Sembra più remota, invece, l’ipotesi di un guasto meccanico al veicolo.

Un altro lutto per la Bassa veronese che proprio venerdì pomeriggio aveva dato l’addio a un altro giovane morto sulla strada: Matteo Papotti, lo studente di Concamaris­e che ha perso la vita a seguito di un incidente con lo scooter avvenuto la scorsa settimana a Sanguinett­o. Con lo schianto della Transpoles­ana dell’altra sera, sale a otto il numero degli incidenti stradali mortali registrati in provincia di Verona dall’inizio dell’anno.

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