Pecchia e i tifosi all’antistadio: «Ora tocca a noi»
Oltre cinquecento all’antistadio per la rifinitura. Pecchia: ora tocca a noi
In più di 500 per spingere l’Hellas. Si sono presentati in un numero copioso, ieri mattina, i tifosi del Verona, all’antistadio intitolato alla memoria di Guido Tavellin. Staff, tecnico e club avevano deciso nei giorni scorsi di svolgere la seduta di rifinitura in vista della partita con il Pisa sullo storico campo d’allenamento gialloblù, in città. Il responso è stato un bagno d’affetto e di calore per la squadra di Fabio Pecchia: «Una bella emozione, ne avevamo bisogno. Ora tocca a noi», dice il tecnico, appena rientrato negli spogliatoi del Bentegodi, poco dopo mezzogiorno e mezzo. Massiccia la delegazione della Curva Sud, che ha intonato cori di sostegno per il Verona.
Nulla a che vedere con il clima di rabbia e sfiducia che aveva caratterizzato le ultime settimane, con il culmine della contestazione, con lancio di uova e insulti, andata in scena a Peschiera del Garda dopo la sconfitta con il Frosinone. Ambiente compatto, grande vicinanza popolare, supporto totale: se il direttore sportivo dell’Hellas, Filippo Fusco, giusto venerdì chiedeva di andare avanti spalla a spalla verso l’obiettivo della promozione, di alibi non ce ne sono più. Da Pisa, nel frattempo, è arrivato il grido di battaglia di Rino Gattuso, più iconico che mai: «Voglio vedere il veleno», il diktat di Ringhio per accendere una formazione stremata dagli effetti dei guai societari che l’hanno afflitta e che hanno condotto a un’ulteriore penalizzazione di tre punti in classifica. Il Pisa, però, conta su una difesa che è una muraglia, ed è lì che dovrà sfondare il Verona, strabiliante macchina da gol per un ampio segmento di campionato prima di incepparsi. La buona nuova è il rientro tra i disponibili di Giampaolo Pazzini. Ieri, all’antistadio, il capitano si è mosso discretamente, abbozzando qualche colpo di testa, ma è evidente chela cervi co brachialgia che l’ ha tormentato in queste settimane non è del tutto assorbita. Occorre essere cauti, anche perché nemmeno Simoneandrea Ganz è al pieno della condizione a causa di noie muscolari, seppure lenite, che si sono accumulate. Pecchia ben si guarda dall’alzare le carte dal tavolo: «Sia il Pazzo che Ganz vengono da una settimana particolare. Simone, dopo aver giocato per 90’ a Vercelli, si è allenato soltanto per due giorni. Del problema al collo di Pazzini sappiamo che ci deve convivere. Deciderò all’ultimo: non possiamo permetterci alcun rischio». Si va verso una staffetta, dettata, nondimeno, dall’andamento della gara. Ganz è favorito per la maglia da titolare, ma Pecchia non scioglierà le riserve fino alla scadenza del tempo per la consegna della distinta: «Verranno qui molto chiusi. Per vincere dovremo avere grandissima determinazione ed essere bravi a sfruttare le occasioni che avremo». Mette il dito nella piaga, Pecchia, di un Verona che quanto a mole di gioco – possesso palla, passaggi effettuati, supremazia territoriale – non è evaporato, ma che in fatto di concretezza latita da troppo, sprecone ben oltre la soglia dell’autolesionismo. Il rientro di Pazzini, che sia dall’inizio come a gara in corsa, è ben più di un elisir per l’Hellas, che ritrova anche Mattia Valoti, non avrà Alex Ferrari (è impegnato con l’Under 21 azzurra) e punta sulla corsa e l’animus pugnandi di Franco Zuculini, rimasto tra i rincalzi con la Pro Vercelli e pronto a riprendere il posto in trincea col Pisa, lui che ha avuto in Gattuso un idolo d’adolescenza. Il ringhio, però, dovrà essere del Verona, che, anticipando alle 12.30, poi potrà guardare con interesse allo scontro diretto di Ferrara tra Spal e Frosinone (il Benevento è andato ko in casa con il Trapani). Non dovesse farlo con una vittoria in più, gli interrogativi si moltiplicherebbero fino a diventare enigmi.
Ipotesi staffetta L’attaccante potrebbe partire dalla panchina e subentrare poi a Ganz, anche lui non al meglio