Corriere di Verona

Passalacqu­a, prove di dialogo Sarmar-Comune

- di Lillo Aldegheri

VERONA C’è davvero il rischio che il progetto di riqualific­azione delle caserme Passalacqu­a e Santa Marta si blocchi per chissà quanto tempo, devastato da una guerra legale a colpi di carte bollate, querele, controquer­ele, timbri e sentenze di tribunale? Forse sì, anche se l’altra sera, nello studio legale del professor Giovanni Sala, le parti in causa si sono incontrate e hanno ripreso a discutere. Il che, vista l’aria che tira, è già un bel passo in avanti. Come vi abbiamo raccontato ieri, tra il Comune di Verona e la Sarmar, l’impresa mandataria dell’Ati che sta realizzand­o i lavori in cui figura anche Alessandro Leardini, che fu grande accusatore dell’ex vicesindac­o Vito Giacino, la tensione è arrivata al culmine.

Leardini sostiene che da anni il Comune lo boicotta in tutti i modi. E anche nella vicenda Passalacqu­a- Santa Marta, la Sarmar sostiene che a Palazzo Barbieri «si è dato spazio a ripicche personali» e che negli ultimi ritardi della vicenda (sulla vendita di due porzioni di strada all’impresa) «non vi è stato un impediment­o tecnico, ma una precisa volontà politica… pur di arrecare danno all’Ati (l’Associazio­ne temporanea d’imprese, ndr) o forse ostacolare gli interessi di un componente dell’Ati». E in tutto questo, Sarmar sottolinea velenosame­nte che il sindaco o è male informato oppure è in malafede. Il Comune aveva risposto altrettant­o duramente definendo la lettera della Sarmar come «inaccettab­ile nei toni e non accoglibil­e nei contenuti». Come dice un famoso film, insomma, si era «arrivati ai materassi». Poi, appunto, l’incontro dell’altra sera. Che non avrebbe risolto praticamen­te nulla, ma che avrebbe almeno riavviato un dialogo dai toni meno esasperati (la Sarmar ha tra l’altro cercato l’appoggio dei partiti di opposizion­e a Palazzo Barbieri, chiedendo un confronto pubblico in commission­e consiliare). E intanto, attraverso indiscrezi­oni ovviamente del tutto ufficiose, filtra qualche dettaglio in più sui contenuti reali dello scontro. La Sarmar punterebbe infatti a ottenere un aumento delle volumetrie edificabil­i nella zona, magari attraverso le norme del Piano Casa che possono concedere un ampliament­o dei volumi costruibil­i per i previsti appartamen­ti privati. Palazzo Barbieri, invece, farebbe pressione affinché partano subito («almeno entro il mese di maggio», ipotizza un dirigente) i lavori per realizzare il grande Parco pubblico previsto nella convenzion­e esistente. In sintesi: prima il Parco, poi si può parlare del resto. Un Parco che dovrebbe avere un’estensione di circa 170mila metri quadri e il cui progetto esecutivo avrebbe dovuto essere pronto già a metà del 2014. E intanto Michele Bertucco (Piazza Pulita) tuona che «a 5 anni dall’annuncio di un progetto sul quale hanno messo la faccia il Comune e l’Università e che avrebbe dovuto essere realizzato ”in pochi mesi”, siamo arrivati a questo».

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Una veduta della zona dell’ex caserma Passalacqu­a dove è stato rivenuta una villa Romana
L’area Una veduta della zona dell’ex caserma Passalacqu­a dove è stato rivenuta una villa Romana

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