Pd e Bertucco: boulevard europeo? Verona sud più simile a Calcutta
VERONA Una volta completate tutte le operazioni di riqualificazione in corso, viale del Lavoro diventerà un grande «boulevard» di accesso alla città di Verona «in stile europeo». Così ha detto l’altro giorno il sindaco Flavio Tosi durante un sopralluogo ai cantieri degli ex magazzini generali, dove si sta lavorando anche all’ex ghiacciaia che, probabilmente a partire dal 2019, ospiterà Eataly.
Tutt’altro film vedono le opposizioni. «Ci vuole un bel po’ di fantasia nello scorgere nell’attuale sviluppo dell’area prospiciente alla fiera “un boulevard all’altezza di una grande città europea” - commenta il capogruppo del Partito democratico, Luigi Ugoli - E anche sotto il profilo della cultura bisogna ammettere che è rimasto ben poco rispetto al disegno originario: Archivio di Stato, Unicredit, le sedi ordini professionali e ora forse anche Glaxo, sono tutte sistemazioni più che dignitose, alla base però continua a mancare l’impianto urbanistico di un vero centro propulsore di cultura, che richiederebbe invece spazi, collegamenti e idee».
Ben più tagliente l’affondo del consigliere comunale di Piazza Pulita Michele Bertucco per cui «più che il boulevard di una moderna città europea l’asse di viale del Lavoro sembra il mercato ottocentesco di una antica città indiana, tipo Calcutta, dove ognuno che arriva pianta la sua tenda». Per Bertucco «l’India è invero una grande democrazia, quando vuole, mentre questa è soltanto una piccola amministrazione che in questi anni ha funto per lo più da agenzia immobiliare in favore degli interessi privati fregandosene degli interessi dei cittadini. Basta guardare alla fine che ha fatto l’auditorium del fu Polo Culturale (abolito per far posto a Eataly, ndr) , a come hanno trattato la richiesta di ampliamento del Parco di Santa Teresa o la richiesta di un polmone verde all’ex scalo merci. Lo stesso filobus è stato dirottato da Viale del Lavoro nelle vie interne su richiesta dell’Autostrada e della Fiera».