EUTÒPIA ROCK LITFIBA, TOUR VENETO
La band mercoledì sarà a Padova con il nuovo album. «Dedicheremo “In nome di Dio” a Valeria Solesin. È giusto ricordare che siamo pacifisti». Sul palco uno show tutto diverso da quelli del passato. Il gruppo a Villafranca il 23 luglio
«Sarà uno spettacolo molto diverso, una cosa che i Litfiba non hanno mai fatto», assicura Ghigo Renzulli. «Sarà molto più che incendiario, assisterete d uno show che vi stupirà», alza l’asticella Piero Pelù. I Litfiba sono tornati con un album, «Eutòpia», e una tournée che inizierà ufficialmente mercoledì dalla Kioene Arena di Padova (ore 21, info www.zedlive.com) e che tornerà in Veneto il 23 luglio al castello Scaligero di Villafranca di Verona (ore 21, info www.eventiverona.it).
Nella title track canta «Se Eutòpia è lotta io voglio continuare a lottare». Oggi per che cosa lottate?
Piero Pelù: «Per la sopravvivenza. Ci sono 15milioni di italiani che vivono sotto la soglia della povertà. Come dico in Eutòpia “accoglienza e bassa disparità”: se fosse veramente così staremmo tutti molto meglio».
Ghigo: «L’importante è non alzare i muri come sta facendo Trump».
«Eutòpia» è una disco più di lotta o di speranza?
G: «Più di speranza. Ci vedo tanta positività. Con la volontà si può fare tutto, è una filosofia di vita fondamentale».
PP: «Tutti e due. Solo con la speranza si va poco lontano, per questo bisogna essere anche lottatori. Le cose vanno conquistate. Niente è impossibile».
La musica può ancora cambiare il mondo?
G: «Ci prova, la volontà c’è, anche se è molto difficile»”.
PP: «Piccole cose si possono ottenere, ma i massimi sistemi è difficili cambiarli».
«In nome di Dio» è dedicata alla vittime del Bataclan. La suonerete a Padova?
PP: «Assolutamente e sarà dedicata a Valeria Solensin. Purtroppo si è trovata nel po-
sto sbagliato al momento sbagliato. Gli Eagles of death metal non hanno mai fatto sconti a nessuno in fatto di razzismo e, purtroppo, quando si inneggia alla violenza, si rischia sempre. Ovviamente i ragazzi erano andati là per divertirsi, non c’entrano assolutamente nulla. Ma è giusto ricordare che i Litfiba sono sempre stati e rimangono una band pacifista». Che cosa è rimasto uguale in questi oltre 35 anni di
rock?
G: «Quello che è rimasto inalterato è lo spirito rock». PP: «La voglia di suonare,
divertirsi, condividere questa
gioia con il pubblico. Fare musica è la cosa più bella che ci sia al mondo, è come fare all’amore tutto il giorno». C’è un album che vi ha cambiato la vita?
G: «“Paranoid” dei Black Sabbath. Segnò il passaggio da
ragazzino fruitore di Sanremo ad appassionato di rock: da lì sono rimasto sempre nel rock».
PP: «Nell’ordine, “Revolver” dei Beatles, “Paranoid” dei Sabbath e “Never mind the bollocks” dei Sex Pistols».
Il Veneto nei vostri tour non manca mai. Quando ci pensate che cosa vi viene in mente?
G: «Sono veramente molto legato al Veneto, ho perfino fatto il militare a Motta di Livenza».
PP: «Ho un accordo con un
organizzatore delle vostre parti: io gli fornisco olio toscano e
lui mi procura ‘fragolino’ di prima scelta. Scambi culturali che vanno coltivati».