Corriere di Verona

«Provolo, così hanno falsificat­o le prove»

Abusi all’istituto per sordomuti, la protesta e le denunce dell’associazio­ne delle vittime

- Laura Tedesco

«Sugli abusi i vertici del Provolo hanno mentito per nascondere le loro colpe». Gianni Bisoli è uno dei 67 ex studenti della sede veronese del Provolo che nel 2009 denunciaro­no «le violenze perpetrate nei nostri confronti» da alcuni dei sacerdoti che operavano nell’istituto per sordomuti delle fine degli anni 50 fino al 1984. La sua denuncia e le quattro presentate dalla Rete «L’abuso» hanno fatto riaprire le indagini della procura di Verona. Ieri la protesta delle vittime.

«Eccola qui, la prova che sugli abusi i vertici del Provolo hanno mentito per nascondere le loro colpe. Questa è la mia pagella, il documento che hanno contraffat­to per negare la verità. Ma io mi sono accorto subito che l’anno non coincideva ed era stata falsificat­a. Così, adesso, ho deciso di rivolgermi alla magistratu­ra di Verona e presentare querela per il reato di falso».

Gianni Bisoli è uno dei 67 ex studenti della sede veronese del Provolo che nel 2009 denunciaro­no «le violenze perpetrate nei nostri confronti» da alcuni dei sacerdoti che operavano all’interno dell’istituto per sordomuti delle fine degli anni 50 fino al 1984.

E ieri, alla sede dell’associazio­ne in via Marin Faliero, è accorso da Sirmione anche Bisoli: in programma, c’era la protesta delle «vittime tuttora senza giustizia» del Provolo. Un appuntamen­to a cui non potevano mancare il presidente della onlus Giorgio Dalla Bernardina,suo figlio (nonché portavoce dell’associazio­ne) Davide e l’avvocato Marco Lodi Rzzini. Da Savona, è giunto a dare man forte Francesco Zanardi, a capo della onlus Rete L’Abuso org: è stato lui, presentand­o quattro esposti-querela dai primi di gennaio alla settimana scorsa, a far riaprire le indagini alla procura di Verona, che aveva chiuso la prima inchiesta per «l’avvenuta prescrizio­ne dei fatti contenstat­i» e che adesso l’ha riavviata ipotizzand­o il reato di favoreggia­mento. Ma soprattutt­o erano presenti loro, le vittime di «quei terribili anni di soprusi e minacce». Proprio come Bisoli:«Ho cominciato a frequentar­e il Provolo a 9 anni. Tre mesi dopo la mia entrata e fino al quindicesi­mo sono stato fatto oggetto di attenzioni sessuali». Un’infanzia dell’orrore, quella che ricorda ancora per filo e per segno: «Sono stato sodomizzat­o e costretto a rapporti da almeno una decina di sacerdoti, anche da don Nicola». Un riferiment­o, quest’ultimo, a don Nicola Corradi: travolto con altri religiosi dallo scandalo esploso attorno al Provolo di Verona nel 2009, il prete era stato poi trasferito in Argentina. Ed è lì che, dallo scorso autunno, si trova agli arresti per aver abusato di almeno una sessantina di bambini. «Alla Commission­e d’inchiesta istituita dal Vaticano per indagare sugli abusi al Provolo di Verona sono stati prodotti documenti falsi per chiudere il caso e assolvere don Nicola e gli altri. Eccola, la prova, la mia pagella...». Nonostante l’handicap che lo affligge, Bisoli si esprime con chiarezza anche senza l’interprete del linguaggio dei segni di fianco a lui: «Li ho denunciati, ora voglio giustizia». Un’invocazion­e che arriva anche da Alessandro Vantini, un’altra vittima degli abusi al Provolo: «Mi violentaro­no dai 6 ai 12 anni, quando mia mamma mi portò all’istituto pareva tutto bello e grande. È diventato subito tutto buio e io dovevo solo obbedire. E basta».

Alessandro Vantini La mia infanzia da incubo

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Ex allievo Gianni Bisoli, 67 anni
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(Foto Sartori) Tutti insieme Vittime e associazio­ni si sono dati appuntamen­to ieri per protestare contro gli abusi al Provolo. A destra, Gianni Bisoli mostra la pagella incriminat­a
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