Aumenta la richiesta di pillola del giorno dopo Calano le interruzioni volontarie di gravidanza
Bacchini (Federfarma): «Si tratta di una tendenza diversa rispetto a quella nazionale»
VERONA La pillola del giorno dopo? In un anno, anche a Verona, è più che raddoppiata. Con l’abolizione della ricetta medica aumentano anche gli acquisti del medicinale «contraccettivo d’emergenza», soprattutto da parte di giovani coppie e nei weekend. Ma allo stesso tempo cala, e qui si è in controtendenza rispetto alla media nazionale, l’acquisto della più drastica pillola «dei cinque giorni dopo», che pur aumentata molto dopo la «liberalizzazione» del 2015 sembra, almeno alle richieste giunte dalle farmacie ai rivenditori, essere calata proprio da inizio anno, mentre considerando i numeri italiani risulta in aumento del 95,8%.
Le stime arrivano da Federfarma, che ha verificato gli acquisti dei punti vendita scaligeri per due farmaci in commercio: Norlevo (la principale «pillola del giorno dopo») ed ellaOne, quella efficace per i cinque giorni. Ebbene nel primo caso ne sono state ordinate, per il primo trimestre del 2017 431, contro le 268 dell’anno precedente. Si tratta di un aumento del 60% sul periodo di riferimento, ma già nel 2016 il numero di questi farmaci è salito rispetto al 2015. Diverso il caso di ellaOne: da gennaio ne sono state vendute 539, contro le 704 dell’anno scorso. In questo caso il calo è del 23%.
Insomma, anche se non del tutto, c’è un certo equilibrio, pur in un contesto di maggior consumo. «Si tratta di una tendenza diversa rispetto a quella nazionale - è la lettura di Marco Bacchini, presidente di Federfarma Verona - secondo i dati che sono stati diffusi negli ultimi giorni, infatti, emerge che c’è un aumento da parte dell’utenza nel ricorrere alla contraccezione d’emergenza. Se si sommano i due farmaci, invece, si evince che le richieste da noi sono più o meno stazionarie. È un segnale che non ci sono cattivi usi di questi farmaci: il rischio, infatti, è quello che sostituisca i metodi anticoncezionali ordinari».
A smentire ciò, oltre al dato numerico complessivo, ci sarebbe anche l’esperienza al banco dei farmacisti. «Abbiamo notato che la richiesta per quanto riguarda la normale pillola anticoncezionale - prosegue Bacchini - è ulteriormente aumentata: a riprova del fatto che c’è consapevolezza tra i nostri clienti riguardo l’appropriatezza nell’utilizzo di ciascun farmaco». Non sono mancate polemiche per «obiezioni di coscienza» improprie: nel gennaio del 2016 una coppia aveva chiamato i carabinieri dopo il rifiuto di un farmacista. «Episodi del genere non si sono più verificati - conclude Bacchini - in ogni caso siamo vigili al riguardo».Per i medici la possibilità di acquistare la pillola senza obbligo di ricetta ha influito anche sulle richieste di interruzione di gravidanza. La correlazione è stata notata da Roberto Castello, endocrinologo ed esperto di medicina di genere, in un convegno che si è tenuto di recente al centro Marani, dal titolo «Contraccezione ma anche fertilità: conoscenza, educazione e salute». «Abbiamo rilevato un calo delle interruzioni volontarie di gravidanza dopo la liberalizzazione» ha notato. In effetti, per quanto riguarda l’azienda ospedaliera universitaria veronese il dato del 2016 è il più basso degli ultimi tre anni: 729 aborti effettuati, mentre nel 2015 erano stati 732 e nel 2014 755. Più eclatanti le cifre dell’ex Usl 20 (ossia l’ospedale Fracastoro di San Bonifacio): nel 2016 le Igv praticate sono state 124: si tratta del numero più basso del decennio.