Sciopero Cobas, operai sui tetti della Coca Cola
Prosegue lo scontro tra i Cobas e il nuovo consorzio per la gestione della logistica. «Ci dovranno sgomberare»
NOGARA Sale la tensione all’interno dello stabilimento della Coca Cola dove da un mese gli operai iscritti al sindacato di base Adl Cobas scioperano contro il cambio di cooperativa. Ieri sei operai barricati sui tetti.
NOGARA «Tocca uno tocca tutti». E all’improvviso la protesta del sindacato di base Adl Cobas «infiamma» il piazzale dello stabilimento della Coca Cola di Nogara. Sei manifestanti salgono sul tetto di un capannone e scatta l’«occupazione» dello stabilimento (ma l’attività è comunque proseguita).
Il clima è teso da settimane con una quarantina di operai che manifestano contro quella che il sindacato definisce una vera e propria «lista di proscrizione» che la multinazionale avrebbe presentato al nuovo consorzio subentrato agli inizi di febbraio per gestire la logistica all’interno dello stabilimento. Di fatto, a febbraio il Consorzio Vega è subentrato alla cooperativa Smart nella gestione del «cantiere» che l’operatore Kuene&Nagel ha affidato al consorzio Soluzioni Globali. La Smart coop ha deciso di comunicare la disdetta a inizio anno «di fronte a difficoltà di sostenibilità economica della commessa». E il consorzio Vega, subentrante, ha spiegato di aver affidato a una società di selezione del personale la fase di selezione dei futuri dipendenti: dai 92 precedentemente occupati si è passati a 78. «Ma ai 14 “esuberi” è stato garantito un percorso di ricollocazione durante il quale avrebbero percepito comunque lo stipendio di prima. E l’accordo è stato firmato dai sindacati Uil e Fildi. Solo i Cobas hanno detto di no» ha spiegato più volte il legale di Vega, Roberto Cestaro.
Ma i Cobas denunciano che si è trattato di una «punizione» nei confronti di quei dipendenti che avevano creato «problemi di natura sindacale» nel magazzino e altri 34 operai, in segno di solidarietà, da giorni sono in sciopero. Ieri verso mezzogiorno, il gruppetto di manifestanti (con mogli e figli al seguito) ha forzato il cordone della sorveglianza privata e ha fatto irruzione nel piazzale dello stabilimento. «I lavoratori hanno occupato il tetto e il piazzale interno nonostante l’intervento dei carabinieri e l’aggressione della vigilanza privata. Un lavoratore è stato portato in pronto soccorso. La mobilitazione andrà avanti fino a quanto tutti non entreranno a lavoro» riportava una nota del sindacato diramata nel pomeriggio. In sei operai sono saliti sul tetto del magazzino con le bandiere del sindacato, pronti a una protesta a oltranza. «Passeremo qui la notte, non abbiamo alcuna intenzione di andarcene» promettevano ieri in tarda serata. Intanto, per tutti e 48 i dipendenti, sono state avviate le procedure di licenziamento. «Le impugneremo» spiegava il legale dei Cobas, Roberto Malesani.Il sindaco di Nogara, Flavio Pasini, è stato a lungo sul posto per cercare di riportare la situazione alla calma, promettendo anche un ulteriore impegno per portare avanti la mediazione tra le parti. Ma la situazione di stallo e tensione di ieri sera sembrava destinata a durare ancora a lungo. «Ci dovranno sgomberare» promettevano i Cobas. «Speriamo che la notte porti consiglio» ha chiuso il legale del Consorzio.