E Rana porta i ravioli da passeggio
SAN GIOVANNI LUPATOTO Le idee, come i tortellini, sempre in pentola. «Ad Adigeo inauguriamo i nostri ravioli fritti, serviti in un cartoccio, è il concetto del cibo di strada adattato a chi passeggia nel centro commerciale. E poi lanceremo il Raviol Pizza, inedito assoluto». Sede del Pastificio Rana, poco fuori San Giovanni Lupatoto. Giovanni Rana, presidente e fondatore dell’azienda alimentare veronese presente oggi in 38 Paesi, racconta insieme ad Antonella Paternò Rana, direttore globale marketing, comunicazione e divisione ristorazione, l’orizzonte del ristorante «Da Giovanni», che inaugura domani mattina nel nuovo centro commerciale Adigeo in Zai («io aspetto tutti lì, alle 18.30, per brindare insieme») e si colloca nel più ampio pacchetto di ristoranti Rana in Italia e all’estero.
Partiamo dal luogo, Rana: il nuovo shopping center Adigeo in Zai.
«Penso che quest’apertura sia un segno positivo: c’è fiducia nei consumatori veronesi, Verona è considerata una città con possibilità di spesa. Chiaro, c’è anche la curiosità per l’impatto sulla viabilità della zona, e vi guardiamo con ottimismo. Per noi è il terzo ristorante a Verona, dopo i due al Galassia di San Giovanni Lupatoto e alle Corti Venete di San Martino Buon Albergo. In Italia saliamo a 22 ristoranti. L’idea era diventare “la casa degli italiani quando sono fuori casa”, perché anche da noi è cresciuta la tendenza del pasto consumato fuori, specie in pausa pranzo».
Un nuovo bacino d’utenza, per Rana, ad Adigeo?
«Sì. I primi consumatori saranno quelli che lavorano nel centro stesso o lì intorno. Poi gli ospiti tradizionali. Quindi quelli che escono dalla Fiera. Senza dimenticare chi frequenta le palestre. Bisogna calibrare la ristorazione sui ritmi della vita moderna: si va veloci, ma bisogna comunque mangiare bene. Aperti dalla mattina fino alle 23, avremo qualcosa di speciale per ogni fascia oraria, tutto preparato lì, fresco, al momento. E alcune novità ispirate alla tradizione…».
Ad esempio?
«I ravioli fritti, salati o dolci, serviti in un cartoccio: il cibo di strada, oggi in una seconda giovinezza, che vive nel centro commerciale. E il Raviol Pizza, prodotto che non esiste al mondo: un raviolo gigante, dentro pomodoro e mozzarella, sopra i classici condimenti della pizza».
Il ristorante come luogo di sperimentazione…
«I ristoranti sono i nostri master. Il cliente va ascoltato, suggerisce, ti aiuta a capire. Se una proposta funziona, la mettiamo in linea di produzione. Il ripieno cacio e pepe, il sugo di tonno e capperi: sperimentati nel ristorante, poi lanciati nei supermercati. La regola è: piatto vuoto, piatto d’oro». Nuove aperture all’estero? «A inizio maggio apriremo il nostro primo ristorante in Germania, a Berlino. Il quarto nel mondo. Dal 2012 siamo a Londra e New York, dal 2014 in Lussemburgo. Sono piccole ambasciate d’Italia: il racconto del nostro Paese attraverso le sue materie prime. Fin qui, i risultati sono sempre maggiori: freschezza e qualità sono premiate in ogni luogo. Poi conta molto anche la pubblicità: io faccio sempre da garante, il messaggio è “mangiate tranquilli, che garantisce Giovanni Rana”».
Quante persone lavorano nei vostri ristoranti?
«Ad Adigeo immaginiamo un organico di circa 12 persone. Siamo a 250 dipendenti nei ristoranti in Italia, 150 nel ristorante di New York, una trentina fra Londra e Lussemburgo. In tutto, la divisione arriva ormai a 450 dipendenti: una bella squadra».
Torniamo su Verona. Una domanda politica: se la prossima amministrazione le chiedesse un consiglio, Rana, quali sarebbero i primi punti da affrontare, per lei?
«Sicurezza. Viabilità. Turismo. Al prossimo sindaco direi di “portare Verona nel mondo”, perché la città lo merita. E poi, vista l’importanza che riveste nel sempre più forte afflusso turistico, io vorrei fare un monumento a Shakespeare: c’è solo un mezzo busto, in un angolino, sotto l’orologio della Bra, e se ne stupiscono anche tanti turisti».
Dalla politica ai beni culturali: riesce a immaginare, Rana, un’Arena coperta?
«Da un lato, ha ragione Sandro Veronesi quando propone di coprirla. Dall’altro, ho parlato con Vittorio Sgarbi e capisco anche il suo punto di vista, secondo cui l’Arena è nata così, questa è la sua natura architettonica. Sono sospeso tra l’una e l’altra posizione: le comprendo entrambe».
Shopping center Questa apertura in Zai è un segno positivo: c’è fiducia nella capacità di spesa dei veronesi. Per noi è il terzo ristorante in provincia
Elezioni in vista Sicurezza, strade e turismo sono le priorità che il nuovo sindaco deve avere. E poi quando facciamo un monumento a Shakespeare?