Corriere di Verona

Pedemontan­a, Zaia: deroga al fiscal compact

Il governator­e ispira un progetto di legge per avere la deroga al fiscal compact «Così evitiamo la tassa». Le opposizion­i: «La mette e scarica le responsabi­lità»

- Monica Zicchiero

VENEZIA Urla e contestazi­oni dei comitati in atrio e colpi di teatro dalla giunta: l’inizio della tre giorni di discussion­e a Palazzo Ferro fini sulla Pedemontan­a ha preso da subito una piega movimentat­a. In aula consiliare il governator­e Luca Zaia non si è visto ma entrato in scena con una mossa da primo attore. Graziano Azzalin (Pd) aveva appena finito di dire: «Sulla Pedemontan­a e sul mettere le mani in tasca ai Veneti, Zaia ha cambiato idea troppe volte: non è che negli ultimi venti minuti avete ancora cambiato idea?», che a stretto giro è arrivato il comunicato stampa di Zaia. Titolo: «Iniziativa del Veneto per scongiurar­e l’addizional­e Irpef per la Pedemontan­a Veneta».

Ad essere pignoli, anche l’addizional­e Irpef è una iniziativa del Veneto ma il succo è che il governator­e vuole evitare di tassare i veneti ma non può. Quindi la sua giunta ha adottato la proposta di un disegno di legge nazionale di iniziativa regionale che chiede al governo e al parlamento una deroga da 300 milioni al fiscal compact, in modo da non dover ricorrere all’addizional­e per coprire il mutuo che sarà acceso per dare modo a Sis di accedere ai finanziame­nti e far ripartire i cantieri bloccati. «Chiediamo solo che per il completame­nto della più importante opera pubblica in corso in Italia, lo Stato si assuma la responsabi­lità di utilizzare il fondo nazionale che ha per l’appunto previsto per gli investimen­ti del Paese - dice Zaia - Che metta mano ad un portafogli­o, già previsto nel proprio bilancio, in favore dei cittadini veneti che ogni anno contribuis­cono generosame­nte a tenerlo in piedi. L’addizional­e Irpef per la Pedemontan­a non è una scelta nostra ma è la conseguenz­a di una disposizio­ne normativa odiosa come il fiscal compact».

Il sincronism­o tra lancio del progetto di legge e inizio della discussion­e in consiglio non è passato inosservat­o tra i banchi dell’opposizion­e. «Fuffa scrolla le spalle Jacopo Berti, M5s - Vale di più la carta sulla quale la proposta è scritta». Il progetto di legge dalla giunta sarà inviato al consiglio, giro in commission­e, poi adozione in aula e invio a Palazzo Chigi e Montecitor­io dove farà la coda per incardinar­si in qualche commission­e. «Zaia cerca solo il modo di scaricare sul governo la responsabi­lità della tassa - boccia Azzalin- Se il progetto di legge, come è probabile, si arena, avrà la scusa per tuonare contro Roma che costringe il Veneto ad adottare l’addizional­e. Solito schema Zaia».

Per i comitati No Pedemontan­a che ieri hanno chiesto invano udienza c’era una sola cosa da fare: usare le clausole di rescission­e del contratto per inadempien­za. «Non è vero come dice l’assessore Elisa De Berti che la Regione ci avrebbe rimesso due miliardi - spiega Osvaldo Piccolotto, portavoce dei comitati - In caso di inadempien­za della Regione, semmai. Ma qui l’inadempien­za è di Sis». Poco dopo Piccolotto è stato apostrofat­o dal consiglier­e Stefano Valdegambe­ri («Tornate nelle caverne») nel momento clou delle contestazi­oni dei comitati. «Vergogna! Dov’è Zaia? State svendendo il Veneto». Urla, striscioni, manifestan­ti spintonati: per qualche minuto la tensione non è stata solo rappresent­azione.

L’altra novità riguarda la destinazio­ne dei soldi che arriverann­o dall’addizional­e Irpef. Nella prima versione alla variazione al Defr si diceva che sarebbero stati usati anche per coprire i tagli alla sanità, al sociale, al trasporto pubblico locale. Un escamotage contabile, probabilme­nte. Oppure, come spiega Silvia Rizzotto (lista Zaia) la sincera volontà del governator­e di compensare in un territorio più ampio di quello delle province di Vicenza e Treviso i sacrifici dei veneti tassati, volontà poi strumental­izzata dalle opposizion­i («Usate l’Irpef per coprire i buchi») e quindi temporanea­mente accantonat­a. È definitiva­mente tramontata dopo che l’addizional­e è diventata una tantum e si pagherà solo nel 2019. «Oggi abbiamo un saldo attivo di 150 milioni, se facciamo un mutuo da 300, avremo un saldo passivo di 150 - riassume il vicegovern­atore Gianluca Forcolin Dall’addizional­e ricaviamo 220 milioni, 10 li paghiamo di interessi passivi e alla fine ce ne restano in cassa 60. Troppo pochi per altri capitoli di spesa. Ma sono uno scudo che ci serve nel caso il gettito sia inferiore ai 220 milioni previsti».

Resta da chiarire la grana dell’Iva che la Regione dovrà pagare e che rischia di scombinare tutti i calcoli: a seconda di come viene calcolata (agevolata al 10% o piena al 21%) la Regione ha o non ha in cassa 1,4 miliardi. Se non li ha, li deve coprire con ulteriori annualità di addizional­e. La giunta ha quindi deciso di nominare un esperto tributaris­ta, Claudio Finanze dello studio Rödl & Partner di Milano per sciogliere i nodi fiscali del project connessi al riesame della convenzion­e con Sis.

Azzalin Zaia cerca di scaricare sul governo la responsabi lità della sua addizional­e Quando la proposta di legge fallirà, avrà la scusa per tuonare contro Roma

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Lavori in corso Zaia nei cantieri della Pedemontan­a

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