«Quel ladro mi ha rubato anche la tranquillità, non lascio più sola mia figlia»
Sanguinetto, l’assessore Katia Ferrigato: pestata per 100 euro
VERONA Il sopracciglio sinistro è gonfio; sullo zigomo sinistro, appena sotto l’occhio, si nota un livido bordeaux.
Ma Katy Ferrigato trova comunque la forza di accennare un sorriso: «Paura? Certo che ho paura. Una cosa del genere ti fa sentire minata nella serenità, ci si sente colpiti nella propria libertà». Il suo cellulare continua a squillare: non sono gli impegni di un assessore della giunta di Sanguinetto, ma decine e decine di messaggi di solidarietà dopo quanto ha subito lunedì mattina. Un’aggressione in piena regola da parte di uno sconosciuto che si è introdotto nell’ufficio dell’officina Nicolini di Cerea dove l’assessore lavora da anni come impiegata.
«Il titolare era fuori, non appena sono uscita dal bagno, ho notato quell’uomo di carnagione scura vicino alla mia scrivania. Pensavo fosse un cliente come tanti altri, ma ho subito notato che stava rovistando nella mia borsetta – ricorda -. Ha sfilato il portafoglio e l’ha lasciata subito cadere. Poi ha preso cento euro e la mia carta di identità: credo fosse africano perché aveva la carnagione molto scura e parlava in inglese. All’improvviso mi ha preso la testa e ha iniziato a sbatterla contro una parete; poi mi ha spintonato e mi ha fatto perdere l’equilibrio sui due gradini che portano fino al bagno. Sono “atterrata” su una sedia, sentivo male ovunque. Per cento euro...». Ma è stata un’altra la cosa che le ha letteralmente rubato il sonno: «Fortunatamente a un certo punto ha squillato il mio cellulare e lui si è fermato. Ma prima di andarsene, ha preso la mia carta d’identità e mi ha detto che sapeva dove abitavo».
Trasferita al pronto soccorso di Legnago per accertamenti, è stata dimessa già nella serata di lunedì con 8 giorni di prognosi. Ma per superare lo choc, ci vorrà sicuramente molto più tempo: «A casa siamo tutti sul “chi va là”. Ho due figli, un maschio di 21 anni e una ragazzina di 13. Non mi fido più a lasciare la più piccola a casa da sola: anche questo è un furto, un furto di libertà» prosegue Katy prima di analizzare la situazione. «Quel che più mi preme è ribadire il fatto che sarebbe potuto succedere a chiunque. Non si tratta di un attacco a me in quanto assessore. Credo possa trattarsi della reazione di un criminale scoperto sul fatto. I profughi presenti in paese? Non posso dire che sia stato uno di loro, so per certo che si trattava di una persona scura di carnagione e di età compresa tra i 20 e i 30 anni: vanno riviste le regole sull’immigrazione. Io mi auguro che i carabinieri riescano a rintracciarlo al più presto». E le indagini dei militari della compagnia di Legnago proseguono a ritmo serrato. Nell’officina non sono presenti telecamere e non ci sono testimoni. Impossibile escludere che il malvivente possa essere stato aiutato da qualche complice, anche se, al momento, l’ipotesi più probabile è quella della reazione di un bandito «solitario» vistosi scoperto.
Intanto, nella Bassa, per tutta la giornata di ieri è stato un susseguirsi di reazioni. «A Cerea finora non si era mai registrato un episodio del genere – ha commentato il sindaco Paolo Marconcini -. Mi auguri rimanga un fatto isolato, se così non fosse temo che l’equilibrio raggiunto in anni e anni potrebbe venire minato». La presidente della commissione Pari Opportunità della Regione, Elena Traverso, è intervenuta sulla vicenda: «Quanto accaduto all’amica Katy ripropone l’urgenza di un intervento per fermare l’emergenza della violenza sulle donne».