Il Csm processa il giudice anti Stato ora Mascolo rischia il trasferimento «Non capisco e mi difenderò». Tosi chiede al ministro di non punirlo
serenamente alle polemiche questa volta ha perso un po’ il sorriso. «Trattandosi di legittima difesa, non posso che dire che mi difenderò», dice Mascolo con un tono che non sembra quello di sempre. Segno che qualche preoccupazione c’è, anche se ripete con fermezza: «Non sono pentito di aver scritto quella lettera, nella quale non ho detto niente di straordinario: è tutto quello che è stato costruito su quella lettera che ha creato problemi, perché mi sono state attribuite dichiarazioni che non ho mai fatto».
Quando la Prima commissione del Csm apre un fascicolo per incompatibilità ambientale, l’accusato ha diritto a venti giorni di tempo per preparare la propria difesa e a presentare un memoriale in cui dà la sua versione dei fatti. Ed è quello che farà Mascolo. Il procedimento per incompatibilità ambientale deve riguardare situazioni specifiche del territorio e proprio per questo, secondo indiscrezioni, potrebbe chiudersi con un nulla di fatto come è successo ad ottobre a Luigi Bobbio, ex senatore di An e ex sindaco, tornato in tribunale a Nocera Inferiore (Napoli) dopo anni in politica: ha apostrofato con parole pesanti i colleghi di Torre Annunziata ma la richiesta di trasferimento è stata archiviato perché le sue critiche non riguardavano processi di sua giurisdizione.
Mascolo, nella sua lettera, non parla di processi trevigiani ma condanna lo Stato per aver abbandonato i propri cittadini con il rischio che questi, di fronte ai pericoli e ai problemi della vita quotidiana, si facciano giustizia da soli. Il giudice non solo non si pente della lettera ma nemmeno ci vede i motivi di un possibile trasloco. «Non riesco a capire quale sia l’incompatibilità ambientale - sottolinea -. Le cose che ho detto qui valgono anche altrove e non ho detto nulla di straordinario. Quello che mi hanno attribuito dopo è altra storia e questo mi rammarica. Ma non sono pentito e mi difenderò quando capirò quali sono le contestazioni che mi vengono mosse».
Quello di ieri è il secondo provvedimento in pochi mesi ai danni del giudice di Treviso: la scorsa estate era stato aperto un fascicolo in commissione disciplinare perché, dopo aver disposto la scarcerazione di due finanzieri e di un imprenditori accusati di corruzione, ha commentato: «I finanziari nell’accettare due orologi sono stati imprudenti, erano “regalini”, non corruzione». Ora Mascolo dovrà rispondere di queste parole e della lettera contro cui si è schierata tutta la magistratura e che ha fatto conoscere il giudice in tutto il Paese: le sue parole, «girerò armato», hanno travalicato i confini del Veneto. In difesa di Mascolo si sono schierati solo il segretario della Lega Nord Matteo Salvini e il presidente del Veneto Luca Zaia. E da ieri anche il sindaco di Verona Flavio Tosi. In un cinguettio su Twitter, Tosi si è rivolto al ministro della Giustizia Andrea Orlando: «Ministro difenda la libertà d’opinione della toga non rossa Mascolo, si occupi di pm politicizzati che indagano innocenti». Immediata la replica di Orlando, «Non ho preso alcuna iniziativa contro il giudice di Treviso».
Mascolo/ 1 Trattandosi di legittima difesa non posso che dire che mi difenderò: non sono pentito della lettera, non ho scritto nulla di straordinario
Mascolo/ 2
Non riesco a capire quale sia l’incompatibilità ambientale, le cose che ho detto qui valgono anche altrove: devo capire le contestazioni
Tosi
Il ministro Orlando difenda la libertà d’opinione della toga non rossa Mascolo, si occupi di pm politicizzati che indagano innocenti