LA TAGLIOLA DEL FATTORE TEMPO
La condizione in cui versano quelle che sono state le due principali banche del Nordest richiede un’azione rapida di intervento per evitare il peggio. Dopo quanto è già accaduto, il peggio può essere solo una cosa: la chiusura degli istituti, un’eventualità più vicina di quanto si pensi. Invece, Popolare di Vicenza e Veneto Banca si trovano a vivere una condizione paradossale. Fabrizio Viola, da tre mesi coordinatore dei destini di entrambe, appare come un medico del pronto soccorso, chiamato a rianimare due pazienti feriti ed esanimi e costretto a fare i conti con un direttore sanitario che, preoccupato dagli equilibri di governo dell’azienda, lesina le spese in garze e disinfettanti e si preoccupa della sostenibilità dei costi dell’ospedale, anche a scapito di chi ha bisogno di aiuto. Sia il medico del pronto soccorso che il direttore sanitario perseguono il medesimo obiettivo: la salute pubblica, ma rispondono a logiche evidentemente diverse. Quello che le discrimina è il tempo. Viola deve fare tutto e subito, non può perdere neanche un secondo, mentre le autorità europee di Vigilanza sul settore bancario non si pongono il problema dell’urgenza. E nel gap temporale tra le impellenze di Viola e i tempi dilatati dell’Europa rischiano di affondare due banche e un pezzo importante dell’economia italiana.
Imiti della velocità e della rapidità che da Umberto Boccioni a Italo Calvino erano stati eletti a fattori culturali competitivi, decisivi nell’era digitale, sono stati traditi, irrisi dal gioco di ruolo delle autorità europee, che nascondono la loro inadeguatezza dietro ai compiti di check and balance che si sono attribuite. Il tutto mentre la voce del governo centrale non sempre sembra arrivare efficacemente in Europa. Ci sono stati molti sbagli nella storia recente delle due ex popolari –e i più gravi sono attribuibili a chi ha condotto le banche nelle attuali posizioni – ma ora si sta compiendo l’errore definitivo. È evidente che la seconda e la terza eccezione alla regola del bail-in risultano indigeste per chi l’ha creata, ma l’incertezza non è tollerata, né in economia né in finanza. Così si insinua il dubbio che qualcosa negli organi di Vigilanza non funzioni, con il rischio sempre più vicino che a pagare sia, ancora una volta, questo territorio.