Corriere di Verona

Pedemontan­a, la tassa è legge Incognita Iva

Baretta: nessun ricatto, Zaia cambi atteggiame­nto. E la Regione conferma: non sappiamo che Iva applicare

- Marco Bonet Gloria Bertasi

Due sì e la tassa per la Pedemontan­a è realtà. Per un anno soltanto, assicura il governator­e Luca Zaia. Ma le incognite restano molte, a partire dall’impatto dell’Iva sul nuovo Piano economico finanziari­o.

Due sì e la tassa per la Pedemontan­a è realtà. Per un anno soltanto, assicura il governator­e Luca Zaia. Ma le incognite restano molte: l’impatto dell’Iva sul nuovo Piano economico finanziari­o (1,45 miliardi); il rischio che i futuri incassi da pedaggio non bastino a coprire i canoni di disponibil­ità dovuti a Sis (12,1 miliardi in 39 anni); la minaccia della cordata capitanata da Impregilo, sconfitta da Sis nel 2009, di tornare in tribunale per via delle mutate condizioni di gara; i dubbi che nonostante il nuovo atto aggiuntivo alla convenzion­e Sis non riesca comunque a finanziars­i sul mercato (deve emettere un bond da 1,1 miliardi).

Tant’è, con 27 voti a favore (la maggioranz­a tutta) e 8 contrari (il Pd; il Movimento Cinque Stelle e gli ormai ex «tosiani» hanno preferito uscire dall’aula), il consiglio regionale ha approvato ieri la modifica al Documento di economia e finanza regionale 2017-2019 che alza l’aliquota addizional­e Irpef dell’1,6% per i redditi da 28 mila euro a 55 mila euro, del 2% per i redditi fino a 75 mila euro e del 2,1% per i redditi sopra 75 mila euro (la nuova tassa verrà applicata nel 2018 e incassata nel 2019, si va da 3 a 78 euro al mese a seconda del reddito). Il secondo voto favorevole, squisitame­nte tecnico, ha invece riguardato la variazione al bilancio di previsione (qui i contrari sono saliti a 9).

Tutte le proposte avanzate dalla minoranza, dall’applicazio­ne di un’aliquota più alta solo sui redditi sopra i 75 mila euro all’allungamen­to del periodo di applicazio­ne da 1 a 3 anni - ovviamente con impatto ridotto sul singolo anno -, dall’inseriment­o di alcune opere complement­ari al rinvio in attesa di nuovi pareri di Anac e Corte dei conti, sono state inesorabil­mente bocciate dalla maggioranz­a, con un un’unica eccezione: la richiesta che la giunta relazioni periodicam­ente al consiglio sullo stato di attuazione della convenzion­e e sull’avanzament­o dei lavori. Non una gran vittoria ma quel che premeva alla Lega era chiudere in fretta un capitolo politicame­nte scivolosis­simo, l’unico in grado d’incrinare per la prima volta in 7 anni la straordina­ria popolarità di Zaia. Restano, come si diceva, un paio di nodi da sciogliere nel breve periodo (se i pedaggi copriranno il canone di disponibil­ità lo scopriremo solo vivendo): l’Iva nel nuovo Pef è al 10 o al 22%? «Al momento non lo sappiamo, anche l’Agenzia delle Entrate non è stata in grado di darci indicazion­i - ammette il segretario della Programmaz­ione Ilaria Bramezza - è una questione complessa che stiamo approfonde­ndo ma anche nell’ipotesi peggiore, siamo coperti». Dev’essere una coperta parecchio grande, perché ballano 1,45 miliardi. Seconda domanda: avuti i 300 milioni grazie all’addizional­e Irpef a carico del popolo contribuen­te, Sis riuscirà finalmente a finanziars­i sul mercato? «Con i provvedime­nti appena approvati Sis può chiedere domani a qualunque istituto di credito un finanziame­nto ponte per mandare avanti i cantieri, che già hanno accelerato da 10 a 20 milioni al mese - risponde sempre Bramezza - nel frattempo ha 8 mesi per ottenere il closing bancario: quando lo avrà, la Regione erogherà il contributo da 300 milioni e Sis potrà estinguere il mutuo ponte. Se Sis riuscirà a emettere il bond? Certamente, con questo Pef a garanzia il progetto è finalmente bancabile».

Intanto da Roma il sottosegre­tario all’Economia Pierpaolo Baretta replica a Zaia, che ha annunciato la presentazi­one martedì in commission­e Bilancio di un progetto di legge statale per aggirare il Fiscal Compact, ottenendo dal governo 300 milioni di spazio finanziari­o (non soldi cash, siamo nella tecnica contabile) ed evitando così l’addizional­e. «Zaia sa bene che il confronto è aperto a Roma ma sta bruciando l’occasione: rinunci al referendum sull’autonomia e ci sediamo e parliamo di tutto» dice Baretta. Che subito precisa: «Il mio non è un ricatto. Se Zaia rinuncia al referendum si apre un tavolo su tutto, anche sulla Pedemontan­a, ma deve però cambiare atteggiame­nto, perché dell’idea di una deroga sul Fiscal Compact io l’ho saputo dai giornali. Può darsi che abbia informato qualcuno al ministero... – conclude il sottosegre­tario - Sulla Pedemontan­a, ripeto, si può discutere ma l’addizional­e Irpef è la soluzione sbagliata».

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Scelta obbligata Secondo Zaia non c’erano alternativ­a all’aumento delle tasse

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