Chiamata al voto l’11 giugno per 280 mila veronesi
Nel Veronese 14 comuni alle urne, rischio ballottaggi per il capoluogo e Cerea Consigli comunali in carica fino al 26 aprile, le liste da presentare il 13 maggio
Il ministero dell’Interno ha ufficializzato ieri la data delle elezioni amministrative: si voterà domenica 11 giugno, con gli eventuali ballottaggi fissati due settimane dopo, il 25 dello stesso mese. Una calendarizzazione destinata a influenzare l’affluenza alle urne, visto che per molti sarà già tempo di vacanze.
Chi vota a Verona
In provincia di Verona sono quattordici i Comuni al voto, tra cui il capoluogo. In totale gli elettori chiamati alle urne saranno circa 280 mila su 35o mila residenti. Due i Comuni con più di 15 mila abitanti che andranno quindi al secondo turno se nessun candidato conquisterà subito il 50 per cento più uno dei voti: oltre a Verona, Cerea. I consigli comunali verranno sciolti, come previsto dalla legge, 45 giorni prima del voto, quindi il 26 aprile prossimo. Da quel momento in poi i sindaci resteranno in carica solamente per l’ordinaria amministrazione. Le liste con i candidati potranno essere presentate presso le segreterie dei comuni venerdì 12 maggio dalle 8 alle 20 e sabato 13 maggio dalle 8 alle 12. Attenzione alle firme che, visto i tanti scandali in giro per l’Italia (e pure in provincia di Verona): per Verona dovranno essere non meno di 350 e non più di 700 elettori, tutte rigorosamente autenticate.
Il capoluogo
La partita più attesa è quella di Verona. Al momento, i candidati sindaci ufficialmente in campo sono Federico Sboarina (Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d’Italia, liste civiche), Alessandro Gennari (Movimento Cinque Stelle), Michele Croce (Verona Pulita), Michele Bertucco (civiche di sinistra), Marco Giorlo (Tutto Cambia), Roberto Bussinello (Casa Pound), Filippo Grigolini (Popolo della Famiglia). Il Partito democratico sceglierà il suo candidato con le primarie, che si terranno domenica, il 2 aprile: se la giocano Orietta Salemi, Gustavo Franchetto e Damiano Fermo. A completare il quadro, a quel punto, mancherà solo il candidato tosiano: se Flavio Tosi non dovesse ottenere la possibilità di correre per un terzo mandato, dovrebbe candidare la compagna senatrice Patrizia Bisinella.
Le sfide in provincia
Occhi puntati su Cerea, dove il sindaco Paolo Marconcini (Forza Italia) è in scadenza di secondo mandato. Al suo posto, si candiderà il vicesindaco Marco Franzoni, con cui i rapporti negli ultimi tempi si sono però incrinati. Un ex assessore di Marconcini, Milco Cavaler, sarà il candidato della civica Nuova Alba per Cerea. I Cinque Stelle, che attendono Beppe Grillo in paese il primo aprile con il suo spettacolo, dovrebbero candidare Piergiorgio Sacchetto. Deve ancora scegliere il suo candidato il centrosinistra locale, riunito nella lista La Coccinella. Altri comuni strategicamente importanti sono San Martino Buon Albergo, dove Valerio Avesani di Forza Italia è in scadenza di secondo mandato, e Zevio, dove cercherà la riconferma Diego Ruzza, sempre Forza Italia. Sono in scadenza di secondo mandato anche Giovanni Molinaroli a Caldiero, Lino Gambaretto a Soave e Luca Bersan a Villa Bartolomea. Già sindaco dal 1997 al 2007, a Soave pensa a ripresentarsi Giorgio Magrinelli. A Gazzo Veronese pensa a ricandidarsi Stefano Negrini, che fu arrestato per abusi edilizi nel 2009 e poi patteggiò due anni.
Nel resto del Veneto
Saranno 997.642 gli elettori veneti chiamati al voto alle amministrative, dove si rinnovano le amministrazioni di 88 comuni tra cui spiccano due capoluoghi, Padova e Belluno. A Padova, tutto ruota attorno alla ricandidatura del leghista Massimo Bitonci, che si ripresenta con Forza Italia dopo essere stato sfiduciato. Il Pd punta su Sergio Giordani, ex patron del Padova, oggi presidente dell’Interporto. A Belluno, il centrodestra è diviso in tre, tra il leghista Franco Gidoni e i «civici» Franco Roncon e Paolo Gamba.
In città due incognite Già sette candidati sindaci: manca il Pd (domenica le primarie) e quello dei tosiani