Corriere di Verona

Un’azienda su quattro ora riduce l’esposizion­e Fusione, il nodo dei fidi «Occorre prepararsi»

- Andrea Alba

Quattro industrie vicentine su dieci nel 2017 intendono ridurre l’esposizion­e verso le banche. Quasi un terzo fra il 2015 e il 2016 ha chiuso uno o più conti correnti e nello stesso arco di tempo il 33 per cento ha spostato la propria liquidità altrove (anche per timore del bailin). Gli scricchiol­ii del sistema del credito si riflettono anche sull’economia: lo rivela la «Decima indagine sul rapporto banca-impresa» di Confindust­ria Vicenza, svolta su 230 imprese associate. «Emerge anche, ed è positivo, che due terzi delle industrie ha un progetto di investimen­to per quest’anno. Del resto il costo del denaro è ai minimi storici» rileva Mirko Bragagnolo,

delegato alla Finanza nell’associazio­ne.

L’indagine è stata curata da lui, Alberto Nardi e Stefano Rasotto (presidente del raggruppam­ento Est Vicentino). «Un elemento a cui prestare attenzione è che entro la fine dell’anno al posto di Bpvi e Veneto Banca avremo un unico istituto — hanno precisato i curatori illustrand­ola — molte aziende hanno fidi importanti in entrambe le banche: non devono farsi trovare impreparat­e, non si può pensare che verranno sommati i due fidi». Il mercato del credito in provincia è molto cambiato, fra 2015 e 2016. Le quote di mercato di Popolare di Vicenza sono scese dal 17,8 per cento al 14,1 per cento, quelle di Unicredit dal 19,9 per cento al 17,6. Calano anche Veneto Banca (dal 5,7 al 3,9 per cento) e Antonvenet­a-Mps (dall’8,4 al 7,1 per cento).

«Tuttavia non parlerei di mancanza di fiducia negli istituti di credito locali – osserva Bragagnolo - in un anno la quota di mercato del credito cooperativ­o è passata dal 5,6 al 7,4 per cento». In salita anche il Banco Popolare, che aveva già un ragguardev­ole 8 per cento: secondo lo studio di Confindust­ria a fine 2016 aveva raggiunto il 10,2 per cento. Circa il rapporto imprese-banche, solo il 10,4 per cento del campione riporta di aver avuto difficoltà nel 2016 a farsi rinnovare i fidi; il 20 per cento però afferma di aver ricevuto richieste di ulteriori garanzie. In generale per 4 aziende su 10 il rapporto con le banche è peggiorato: per lentezza delle risposte, modifica delle condizioni o mancata comunicazi­one del rating. Esattament­e la metà delle aziende dichiara poi che la fiducia negli istituti di credito è calata. Risaltano i dati sulla chiusura dei conti e lo spostament­o della liquidità, ma anche l’intenzione del 39,6 per cento di ridurre la propria esposizion­e. «Questo però è un segno positivo, di maturità: lo chiedevamo da molto tempo», conclude Bragagnolo.

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La sede L’ingresso della Banca Popolare di Vicenza

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