Corriere di Verona

La società bulgara che ha garantito per il Traforo

Scotti (Technital): «Credenzial­i vagliate dalla Banca d’Italia». Oggi il caso torna in giunta

- Di Lillo Aldegheri

A garantire la cauzione del Traforo delle Torricelle per conto di Technital è stata una compagnia assicuratr­ice bulgara, la Nadejda Insurance Company, con un atto emesso a Sofia giovedì scorso. Palazzo Barbieri ha accettato il documento. «Tutto regolare», dice l’amministra­tore di Technital Alberto Scotti.

Il Traforo tornerà in tribunale ma la questione non sembra affatto chiusa. Ed oggi, nella riunione della giunta comunale di Verona, potrebbero esserci nuovi sviluppi.

Come vi abbiamo raccontato, una decisione ufficiale del Responsabi­le Unico del Progetto Traforo, l’ingegner Giorgio Zanoni, sembrava aver detto l’ultima parole in questa lunghissim­a vicenda: venerdì scorso Zanoni aveva infatti deciso «di concludere il procedimen­to», dichiarand­o «la decadenza dell’aggiudicaz­ione definitiva» dei lavori a Technital e alle aziende associate, per procedere anche «all’escussione della cauzione provvisori­a prestata». Quella decisione dirigenzia­le, al contrario, ha dato adesso il via a nuovi capitoli della telenovela, sia sul piano giudiziari­o che su quello amministra­tivo.

Sul primo versante, Technital ha formalment­e annunciato che ricorrerà «nelle sedi opportune» per far valere il suo diritto a continuare ad essere il Soggetto Promotore del Traforo. Sul piano amministra­tivo, poi, si parla molto dei modi e dei tempi della fidejussio­ne di 8 milioni e 20.803 euro versata a garanzia che il Traforo sarebbe stato realizzato.

Come abbiamo visto l’ingegner Zanoni afferma che quella fidejussio­ne va adesso «escussa», e chiede che quella somma sia subito versata nelle casse municipali. Technital, al contrario, sostiene che quella garanzia è stata rinnovata proprio venerdì scorso alle 14, poche ore prima che la decisione del dirigente venisse pubblicata sull’albo pretorio on line del Comune di Verona.

A garantire la cauzione è stata una compagnia assicuratr­ice bulgara, la Nadejda Insurance Company, con un atto emesso a Sofia giovedì scorso. Palazzo Barbieri ha accettato il documento.

Perché vi raccontiam­o tutti questi dettagli tecnici? Perché Michele Bertucco (Piazza Pulita) e Alberto Sperotto (Comitato contro il Traforo) hanno sottolinea­to come la società che fino ad ora aveva garantito la fidejussio­ne (la Finworld SpA) avesse avuto il divieto da parte di Bankitalia di stipulare altri contratti del genere. Importante quindi la solvibilit­à di chi, dalla settimana scorsa, garantisce appunto che quegli 8 milioni di euro ci siano.

L’Ivass (l’Istituto di vigilanza sulle assicurazi­oni) fa sapere che la Nadejda «ha sede in Bulgaria ed è abilitata ad operare in Italia in regime di libera prestazion­e di servizi nel ramo 15 (Cauzione)». «È una società bulgara, registrata in Italia, utilizzata da altre importanti società di costruzion­i - precisa l’ingegner Alberto Scotti, amministra­tore unico di Technital - L’importante non è dove una società abbia la sede principale, ma che sia accettata dalla Banca d’Italia. E questa lo è stata, così come queste credenzial­i sono state esaminate con il Rup del Comune, che non ha avuto nulla da obiettare».

Sul piano amministra­tivo, intanto, si attende di vedere se (e come) la giunta comunale tornerà oggi ad occuparsi della vicenda. Al momento si sa che ieri il sindaco ha nuovamente incontrato i vertici di Technital e che Flavio Tosi sembra condivider­e le posizioni espresse da parte della società. Se così continuerà ad essere, la giunta potrebbe oggi rinnovare l’intenzione di procedere col progetto per poi avviare l’ultima parte della gara pubblica, confermand­o Technital quale «soggetto promotore», pronto a confrontar­si con eventuali altre proposte tenendo conto del ribasso dei costi (circa 90 milioni in meno), rispetto alla gara a suo tempo effettuata. Il progetto manterrebb­e la galleria coperta da Poiano a Ca’ di Cozzi (con due gallerie) e con la prosecuzio­ne in trincea scoperta fino a Verona nord. Secondo Michele Bertucco, invece, «come nel caso della Pedemontan­a veneta, se il concession­ario riuscisse a dare inizio ai lavori la città sarebbe trascinata in un vortice micidiale di problemi che arricchire­bbero il privato e dissanguer­ebbero le casse municipali».

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Promotore Alberto Scotti, amministra­tore unico di Technital

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