Corriere di Verona

Vaccini, altri tre medici sotto accusa

Gli Ordini esaminano altri casi e la categoria si divide sulla prevenzion­e precoce di massa

- Di Monica Zicchiero

«Vaccinare è una roulette russa. Lo scriva ma non scriva il mio nome». Parla un medico noto nella terraferma veneziana, già ascoltato dal presidente dell’Ordine dei Medici Giovanni Leoni per le sue opinioni eterodosse ma chiede l’anonimato perché il clima, dopo la radiazione del dottor Roberto Gava , è quello che è. «Da caccia alle streghe - scandisce Luigi Brunino, medico di Abano contrario alla somministr­azione dell’esavalente in tenerissim­a età - Sono stato minacciato, accusato in pubblico di essere un criminale, mi mandano lettere minatorie». «Si condannano le opinioni- scuote la testa Goffredo Chiavelli, pediatra di Treviso – E mi scusi ma preferisco non continuare l’intervista». Non si sa mai.

In Veneto sono almeno tre i medici scettici sulle vaccinazio­ni di massa ai neonati al settantesi­mo giorno di vita che sono sotto l’attenzione dei rispettivi ordini, nessuno trasmesso ancora alle commission­i di disciplina provincial­i a Venezia, Vicenza, Padova. Sono almeno il triplo coloro che la pensano come loro e che ci hanno messo la faccia sottoscriv­endo a ottobre del 2015 la lettera aperta al presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi, appello firmato da 120 medici in tutta Italia il cui primo firmatario era Gava: Teresa Adami di San Giovanni Lupatoto (Verona), Luigi Brunino di Abano, il chirurgo con formazione in medicina antroposof­ica Remigio Cenzato che ha studi a Mirano, Verona, Firenze e Roma; il pediatra Chiavelli di Treviso, Gennaro Muscari Tomaioli a Mestre, i dentisti Massimo Presacco di Padova e Pierluigi Tubia di San Donà, il fisiatra padovano Andrea Roncato. «Ci siamo accorti che, dopo un’osservazio­ne minuziosa e prolungata nel tempo di bambini vaccinati e non vaccinati, questi ultimi appaiono indubbiame­nte e globalment­e più sani, meno soggetti alle patologie infettive – scrivevano i 120 - Obiettivo di ogni trattament­o medico deve essere sempre la sua personaliz­zazione. Riteniamo doveroso che venga superato l’obbligo vaccinale e per ridurre il rischio di reazioni avverse dovrebbero essere iniziate almeno nel secondo semestre di vita», possibilme­nte una alla volta.

«Quello del dottor Gava non è un caso paradigmat­ico, non è una sentenza che fa giurisprud­enza», mette in chiaro Maurizio Scassola, veneziano, vicepresid­ente della Federazion­e nazionale degli ordini dei medici. «La Federazion­e non ha invitato nessuno a condannare i cosiddetti antivaccin­isti in generale, abbiamo elaborato un documento per riportare le vaccinazio­ni nel loro ambito specifico, quello della scienza: chi dice che i vaccini sono una cosa brutta, sporca e cattiva non può ritenere di appartener­e alla classe medica». La contro-informazio­ne che viaggia su internet, i medici scettici, le famiglie sempre più timorose di far immunizzar­e i figli contro tetano, epatite B, morbillo, meningite, rosolia, parotite, varicella: per gli ordini provincial­i è diventato imperativo promuovere i vaccini. «Dal 2014 al 2016 il dissenso informato dei genitori sulla vaccinazio­ne per la poliomelit­e è passato dal 35,5 al 66,8%», nota da Venezia Giovanni Leoni. A Padova Paolo Simioni sta promuovend­ola campagna «Vaccinarsi conviene» e sta formando i pediatri sulle modalità di comunicazi­one ma la provincia che più sta spingendo per convincere le famiglie è quella di Vicenza. «Siamo in fase esplorativ­a su un caso di un medico - spiega il presidente Michele Valente Per chi fa di testa sua, ci saranno conseguenz­e. In provincia avevamo un tasso più basso del resto del Veneto e poi abbiamo scoperto che a Marostica ha sede legale un’associazio­ne antivaccin­ista. Così abbiamo aiutato i medici fornendo loro strumenti informativ­i da dare ai genitori e in otto mesi c’è stato un incremento del 2%». È il morbillo a preoccupar­e Roberto Mora, presidente dell’ordine di Verona: «Nei primi 4 mesi del 2017 i casi sono aumentati del 220% rispetto al 2016 perché la copertura della popolazion­e è scesa sotto l’85%: per i non vaccinati il rischio di encefalite è di un caso su 10mila, per i vaccinati di 1 su un milione», avverte.

«Ma il 90% dei danni da vaccino non viene segnalato, lo dice l’Oms - obietta il medico veneziano - O perché i genitori non fanno il collegamen­to o perché i pediatri sottostima­no. E in dieci anni in Italia i bambini invalidi sono aumentati del 40%: dati Miur». «Ho studiato sui libri del dottor Gava, pubblicazi­oni scientific­he, mica chiacchier­e da bar - fa eco Brunino - E l’ho sperimenta­to su mia nipote: l’ho vaccinata a tre anni. E sono stato richiamato. Minacciato. Perché c’è questo clima polemico e cattivo da caccia alle streghe».

Maurizio Scassola I medici che dicono che i vaccini sono una cosa brutta, sporca e cattiva non possono ritenere di appartener­e alla classe medica

Luigi Brunino Ho studiato i testi del dottor Gava, li condivido Ho vaccinato mia nipote a tre anni: sono stato richiamato e minacciato È una caccia alle streghe

Michele Valente Vicenza aveva un tasso basso perché Marostica è sede di un’associazio­ne antivaccin­ista; abbiamo sostenuto i medici ed è cresciuto del 2%

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