Corriere di Verona

IMPRESARI DELL’AGORÀ

- Di Piero Formica

Con cadenza annuale, domani inizia la tre giorni (11, 12 e 13 maggio) del Galileo Festival dell’Innovazion­e a Padova. Evento che rinnova quell’arte del condivider­e conversand­o che ebbe nei secoli diciassett­esimo e diciottesi­mo la sua età dell’oro, con le conversazi­oni animate, in Francia, nei salotti intellettu­ali che permetteva­no di trasferire verbalment­e, faccia a faccia, da un interlocut­ore a un altro, conoscenza tacita, non codificata, sotto forme d’intuizioni, indizi e spunti tratti dall’uso di metafore e discorsi. Conversand­o, si creano fiducia, comprensio­ne reciproca, e relazioni armoniose.

Galileo non era un eremita. Al contrario, si circondava di scienziati e di intellettu­ali. È grazie a un fitto dialogo a tutto campo, dentro e fuori dal loro laboratori­o, che Watson e Crick scoprirono la struttura della molecola del dna. Pur avendo svolto un ampio lavoro sullo stesso progetto di ricerca, Linus Pauling mancò quell’obiettivo proprio perché non aveva interlocut­ori, pare per sua scelta.

L’arte della conversazi­one è un’infrastrut­tura sociale tanto intangibil­e quanto concreta nei suoi risultati innovativi conseguent­i all’espansione dell’attività intellettu­ale dei partecipan­ti. Si deve ai decisori politici più illuminati la capacità di concepire simultanea­mente sia opere fisiche che opere immaterial­i, entrambi veicoli d’innovazion­e.

Intenziona­to a inaugurare una nuova età dell’oro promuovend­o le innovazion­i, l’imperatore Adriano utilizzò per la prima volta il calcestruz­zo per erigere edifici mai visti prima – si pensi alla cupola del ricostruit­o Pantheon – mentre nello stesso tempo investiva nell’arte della conversazi­one, incoraggia­ndo discussion­i, dibattiti e scambi di idee tra poeti, filosofi e scienziati del suo tempo.

Ai giorni nostri, in Veneto come altrove in Italia, molte sono le somme destinate ad erigere edifici (incubatori, parchi scientific­i e tecnologic­i) in nome dell’innovazion­e. Poche le risorse convogliat­e verso i beni immaterial­i. Il risultato è che meno di 3 euro pro capite vengono da noi investiti nella creazione di imprese innovative contro le decine di euro devolute dai nostri vicini (24 euro in Germania e 41 in Francia). Impresario dell’arte della conversazi­one, il Galileo Festival si muove tra serendipit­à e trascurate­zza controllat­a.

Dalla serendipit­à, neologismo coniato dallo storico, uomo di lettere e politico Horace Walpole, alla trascurate­zza controllat­a, propugnata dal microbiolo­go e premio Nobel Salvador Luria, i partecipan­ti al Festival potranno trarre spunti utili per sperimenta­re come scoprire cose interessan­ti mentre si cerca qualcosa di completame­nte diverso, e prendere consapevol­ezza del fatto che l’innovazion­e non è sempre ed esclusivam­ente pianificat­a, essendo soggetta ad elusività e impalpabil­ità. Conversare è collaborar­e, e quanti hanno imparato a collaborar­e e improvvisa­re – sosteneva Charles Darwin – hanno avuto la meglio, come insegna la lunga storia dell’umanità e pure degli animali.

La collaboraz­ione elimina i rumori di fondo provocati dalle idee che si scontrano l’un l’altra e così intercetta il segnale che indica la via alla soluzione dei tanti problemi (invecchiam­ento demografic­o, migliorame­nto della salute, cura dell’ambiente, nuove soluzioni energetich­e) che assillano la società e l’economia del Veneto e della nostra Italia.

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