Baratta a cena con Obama «La mia domanda e un invito in Laguna»
Lui l’ha buttata lì: «L’ho invitato alla Biennale, se non questa, le prossime volte». E già ieri il rumor che l’ex presidente degli Usa potesse calare in laguna direttamente da Milano per la vernice della Biennale ha fatto andare su di giri i fotografi. Il presidente della Biennale Paolo Baratta era infatti tra i politici (pochi) e gli
imprenditori che hanno avuto la fortuna di cenare lunedì sera a Milano con Barack Obama. E da navigato uomo di relazioni quale è, Baratta non si è precipitato su Obama parlandogli della Biennale, ma gli ha fatto una domanda. «Mi ha risposto con un discorso di un quarto d’ora. Davvero sorprendente rispetto agli standard ha detto Baratta -. Ha un’attenzione all’interlocutore che fa riflettere. Gli ho chiesto quale potesse essere il futuro dei partiti politici in America dopo Trump, soprattutto del partito democratico. In queste occasioni ci si butta sull’interlocutore, ho preferito fare il buttafuori facendolo parlare d’altro. Ha dimostrato un controllo totale, non ha fatto nessuna polemica con Trump». Ma quando è stato Obama a ricordare la visita della moglie Michelle con le Sasha e Maila alla Biennale d’Arte 2015 Baratta ha approfittato per invitarlo «se non questa le prossime Biennali. Ho ricordato a Obama come le figlie avessero costretto a uno strappo del protocollo fermandosi mezz’ora in più per vedere ancora la mostra. E lui ha ammesso che le figlie erano molto più contente di viaggiare con la mamma che con lui che per la sicurezza non avrebbe mai potuto permetterei uno strappo del genere».