Corriere di Verona

Tra Tosi e Fontana sfida a suon di preferenze

La contesa a suon di preferenze tra Tosi e Fontana è la sfida sottotracc­ia delle prossime elezioni: capilista di Lista Tosi e Lega Nord, in gioco c’è la leadership del centrodest­ra veronese (e non solo)

- Alessio Corazza

VERONA Vengono entrambi dalla Lega Nord di Verona: il primo l’ha guidata per poi esserne espulso dopo uno scontro con Matteo Salvini; il secondo, di Salvini, è oggi il vice. Sono Flavio Tosi e Lorenzo Fontana.

VERONA Sono, probabilme­nte, i due politici più influenti a Verona. Uno è molto conosciuto, non fosse altro perché ha fatto per dieci anni il sindaco e si è costruito un profilo nazionale anche grazie a numerose ospitate in tv; l’altro è meno noto al grande pubblico, anche perché il ruolo di parlamenta­re europeo dà molta meno visibilità, ma sa muoversi bene dietro le quinte. Vengono entrambi dalla Lega Nord di Verona: il primo l’ha guidata per quindici anni, salvo venirne espulso due anni fa all’apice di uno scontro con Matteo Salvini; il secondo, di Salvini, è oggi il consiglier­e più fidato nonché vice. Parliamo di Flavio Tosi e Lorenzo Fontana, futuri protagonis­ti delle prossime elezioni comunali da leader delle rispettive formazioni: capolista della Lista Tosi il primo, a sostegno della compagna senatrice Patrizia Bisinella; capolista della Lega Nord il secondo, per tirare la volata a quel Federico Sboarina che ha sponsorizz­ato fin dall’inizio.

È questa, a ben vedere, la sfida sottotracc­ia di queste elezioni a Verona. Una sfida giocata a suon di preferenze, come quella alle Europee del 2014, dove entrambi correvano nella lista del Carroccio. Tosi, all’epoca impegnato in un derby con Salvini, conquistò oltre 99 mila voti. Per restare a fare il sindaco, si dimise lasciando il suo seggio proprio a Fontana, che di voti ne aveva conquistat­i 27 mila. Ma i rapporti tra i due erano ormai già compromess­i: il feeling del 2004, quando Tosi fece attivament­e campagna elettorale per mandare a Bruxelles quello che era allora un suo giovane pupillo, ormai solo un ricordo sbiadito.

Nel 2015, mentre Tosi, all’epoca segretario regionale della Lega veneta, veniva espulso dal partito, Fontana scalava posizioni. Oggi è vicesegret­ario federale del Carroccio, un gradino sotto a Salvini. È stato proprio l’europarlam­entare il vero regista dell’operazione che ha portato alla candidatur­a di Sboarina. Anche per questo la sua corsa come capolista del Carroccio è significat­iva: ci mette personalme­nte la faccia. Così come Tosi: Bisinella è una sua creatura politica (fu lui a farla eleggere in Senato nel 2013 quando era una sconosciut­a consiglier­a di Castelfran­co Veneto) ed è stato lui a candidarla, nonostante l’iniziale diffidenza dei suoi anche per il loro legame affettivo.

Per quel che rappresent­a Verona nella storia recente della Lega e del centrodest­ra, sono Tosi e Fontana quelli che, politicame­nte, hanno più da giocarsi. Paradossal­mente più degli stessi candidati sindaci che sostengono.

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Ex amici Flavio Tosi e Lorenzo Fontana ai tempi della comune militanza nella Lega Nord, da cui Tosi è stato poi espulso

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