Formolo promette: «Arriverò a Milano in maglia bianca»
Il veronese leader dei giovani: ora una tappa
In un Giro d’Italia finora avaro di soddisfazioni per i colori italiani, un sorriso ce lo ha regalato l’unico veronese in gara, Davide Formolo, «la roccia» di San Rocco di Marano di Valpolicella. Sulle aspre rampe del terribile Blockhaus, il ventiquattrenne capitano della Cannondale-Drapac si è difeso con i denti arrivando a 2’35” dall’imprendibile Quintana e conquistando così la leadership della classifica riservata ai giovani. Fresco di maglia bianca lo abbiamo sentito alla vigilia della cronometro di oggi che si disputerà sulle strade dell’Umbria, 39,8 chilometri vallonati da Foligno a Montefalco. «Sul Blockhaus -commenta Formolo- sono arrivato non molto distante dai primi. Sono contento per com’è andata. La cronometro non è certo il mio terreno preferito, anche se devo dire che ho svolto in inverno un lavoro specifico e sono migliorato. Sarà però dura difendere la maglia da uno specialista come Bob Jungels (il lussemburghese ex maglia rosa staccato da Davide di 2’01” ndr). Già da mercoledì il percorso presenta una tappa appenninica molto impegnativa, adatta alle mie caratteristiche. Poi nell’ultima settimana arriveranno le grandi montagne dove potrò attaccare ancora». Formolo è uno dei talenti più promettenti del nostro ciclismo. Al Giro di due anni fa piazzò a La Spezia la botta vincente con un capolavoro nel finale. Nono alla Vuelta lo scorso anno, quest’anno lo abbiamo ammirato grande protagonista in una classica monumento come la Liegi, svanita a 200 metri dal traguardo. Chissà cosa potrà regalarci da qui alla fine. Lui ha le idee molto chiare: «Corro per fare classifica. Diciamo che un piazzamento tra il quinto e l’ottavo posto mi andrebbe benissimo. Vorrei ovviamente riuscire a vincere una tappa. Le occasioni non mancheranno e vedrò di farmi trovare pronto. Tuttavia il mio primo obiettivo è ora quello di portare la maglia bianca fino a Milano». Recentemente Ivan Basso lo ha pronosticato come prossima maglia rosa entro tre anni. Lui ringrazia: «Ivan è un idolo per me. Siamo stati compagni di squadra alla Cannondale e dividevamo la camera. Ho imparato tantissime cose da un campione per il quale nutro una stima enorme. Le sue parole sono di grande stimolo». «Roccia» ha talento, temperamento, e acume tattico; vale a dire tutto. Oggi dovrà difendersi. Da domani lo vedremo all’attacco. C’è da giurarci.
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