Poletti rassicura le imprese «Voucher? Presto il rimedio»
Il ministro: assegno di ricollocazione previsto dal Jobs act, a settembre fuori dalla fase sperimentale
«Questione di tempo: la questione voucher verrà risolta». Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, rassicura in questo modo le aziende veronesi che si sentono orfane dello strumento di retribuzione per i lavori a chiamata, sospeso dal governo, dopo che la Cgil aveva minacciato un referendum. Nel Nordest la richiesta, da parte delle realtà produttive e dei servizi, è ancora più pressante. «C’è una nostra proposta, è sul tavolo del consiglio dei ministri - risponde Poletti inoltre, in questo momento il Parlamento sta discutendo di queste materie». Il commento è arrivato a margine dell’evento organizzato, al teatro Fonderia Aperta (all’istituto tecnico Ferraris), dalla coop veronese Doc Servizi, dedicato al mondo delle cooperative culturali e dello spettacolo, in collaborazione con la fondazione Fitzcarraldo. «Alcuni emendamenti al riguardo - ha aggiunto Poletti sono stati presentati in questi giorni nella “manovrina” adesso l’obiettivo è trovare una collaborazione tra esecutivo e legislativo allo scopo di dare una nuova regolazione a questa tipologia di lavoro occasionale. Bisogna, in particolare, trovare forme che non consegnano abusi, che tutelino i lavoratori, ma che consentano anche una modalità agile per gestire questa situazione».
Sempre da Verona, proprio la settimana scorsa, è arrivata la notizia del primo caso (riuscito) di contratto ottenuto grazie all’assegno di ricollocazione previsto dal Jobs act: ad avere una nuova occupazione una donna quarantasettenne licenziata dopo 22 anni di attività. Eppure in molti sottolineano le difficoltà ad accedere a questo strumento: «Non siamo preoccupati - risponde il ministro -. Adesso siamo nella fase sperimentale, avviata a fine marzo. Saremo in grado di farlo decollare alla fine del periodo di sperimentazione, cioè a fine settembre, quando diventerà accessibile a tutti coloro che percepiscono la Naspi (il sussidio di disoccupazione, ndr) da almeno quattro mesi».
Al centro della tavola rotonda a cui, ieri mattina, ha partecipato Poletti, la figura dell’artista e del musicista. Un lavoro per molti precario e, soprattutto per chi ha meno di trent’anni, sulla soglia della povertà. Lo dimostra anche un recente studio della Slc - Cgil, che ha monitorato oltre duemila interviste a persone che lavorano nel settore, molte delle quali raccolte a Verona. «Ben il 51,4% dei precari intervistati ha dichiarato di percepire meno di cinquemila euro all’anno. Il 94% degli under 30 ne dichiara meno di diecimila - spiega Emanuela Bizi, segretaria nazionale del sindacato -. In molti, inoltre, segnalano una presenza significativa di lavoro irregolare, anche in nero, e lunghi tempi di inattività tra un impiego e l’altro, spesso dedicati alla formazione e alla ricerca di nuovo lavoro». C’è poi l’incognita previdenza: più che altrove, la pensione appare un miraggio, dato che certe forme di retribuzione, tra cui la cessione dei diritti non prevedono contributi. Da Doc Servizi arriva una proposta. «Passare dal sistema “merceologico” (ossia il pagamento a prestazione, ndr), a considerare il lavoro dell’artista un’attività lavorativa svolta a prescindere dalla natura giuridica committente - è quanto sostiene Chiara Chiappa, consulente del lavoro per la cooperativa l’obiettivo è quello di arrivare a modelli contrattuali, che contemplino tempo determinato, lavoro intermittente, previdenza unica e ammortizzatori sociali. È una proposta non difficile da attuare, basta partire dal presupposto di mettere al centro il lavoratore».
Da parte del ministro Poletti, l’assicurazione che con la categoria degli artisti (in platea anche qualche precario della Fondazione Arena) sarà aperto un tavolo. «L’esperienza delle cooperative - ha concluso - può rivelarsi utile per il settore. C’è la necessità di tenere insieme figure professionali che storicamente abbiamo considerato antitetiche: lavoratori autonomi e lavoratori soggetti a doveri. Si tratta di un modello superato, il cambiamento va affrontato coinvolgendo le parti in causa».
Il convegno Indagine sui lavoratori dello spettacolo, dove dominano precariato e lavoro nero Allo studio Stiamo elaborando forme agili per le prestazioni occasionali