«Lottavo coi rossi in piazza Bra Oggi voglio sfondare a sinistra»
L’avvocato di CasaPound: «Lascerei emigrare i miei figli, l’Italia sta morendo»
Sono due le persone che hanno segnato il percorso politico di Roberto Bussinello, classe 1959, il più anziano tra i candidati a sindaco di Verona, sostenuto da CasaPound. Il primo fu il nonno materno Giovanni, che visse la prima e la seconda guerra mondiale e, nel mezzo, si arruolò come volontario nella guerra civile spagnola, al servizio di Francisco Franco. Bussinello, nell’ufficio del suo studio legale in un vicolo del centro storico ricco di cimeli e memorabilia del periodo fascista (tra cui un busto di Mussolini), conserva anche l’attestato di ringraziamento che il «Generalissimo» vergò come ringraziamento al congiunto. «Dopo l’8 settembre, mio nonno restò come ufficiale dell’Esercito Italiano - ricorda – Non fu mai camicia nera, ma fu trattato benissimo sia dagli ufficiali della Rsi che dai tedeschi». Se nonno Giovanni gli ha trasmesso la passione per la storia del Ventennio, quella per la militanza a destra gli deriva – a partire dal 1975 – dall’allora carismatico leader del Fronte della Gioventù veronese, Nicola Pasetto.
Il giovane Roberto, fino ad allora, non se n’era mai interessato un granché. Cresciuto a Borgo Trento, papà dirigente d’azienda e mamma casalinga – entrambi votavano Dc – frequenta la quinta ginnasio al liceo Maffei quando una mattina trova l’ingresso picchettato dai collettivi di sinistra per uno sciopero. «Ero contento di non andare a scuola, ma non mi andava che fosse qualcun altro a decidere per me. Quindi seguii un gruppetto di ragazzi che forzava il blocco. Erano quelli del Fronte. Il giorno dopo mi iscrissi». L’amicizia con Pasetto inizia lì: «Unico, carismatico, coinvolgente, ma io giocavo meglio a calcio». Era una Verona divisa in due: piazza Bra fino all’allora bar Motta (oggi un