Corriere di Verona

Lotta contro lo smog Ratificato l’accordo tra le regioni padane

Misure omogenee su traffico, riscaldame­nto e agricoltur­a Bottacin: «Promesso da Galletti il ribasso della benzina»

- Nicolussi Moro

Smog e inquinamen­to, si corre ai ripari. L’Organizzaz­ione mondiale della Sanità lo ripete da tempo immemore: «La Pianura Padana è una delle zone più inquinate al mondo, per affrontare il problema occorrono provvedime­nti omogenei in tutta l’area». Veneto, Lombardia, Emilia e Piemonte, le Regioni della Pianura Padana, hanno firmato a Bologna un accordo per la lotta congiunta allo smog. «Accordo storico — dice l’assessore Bottacin —. In più c’è l’impegno del governo ad abbassare il prezzo della benzina».

L’Organizzaz­ione mondiale della Sanità lo ripete da tempo immemore: «La Pianura Padana è una delle zone più inquinate al mondo, per affrontare il problema occorrono provvedime­nti omogenei in tutta l’area». La Nasa lo ha certificat­o con foto dal satellite che ritraggono la cappa di smog perennemen­te stagnante su una sorta di culla soffocata dalle montagne. Ora ci sono arrivate anche le Regioni che ne fanno parte e che fino adesso sono andate ognuna per conto proprio, ricorrendo a interventi antismog insufficie­nti, al punto da far rimediare all’Italia richiami e sanzioni dall’Europa. Ieri a Bologna, alla vigilia del G7 Ambiente, Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia hanno siglato con il ministro Gian Luca Galletti il «Nuovo accordo di programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure per il migliorame­nto della qualità dell’aria nel bacino padano». Una sacra alleanza contro l’inquinamen­to. «Un accordo storico — l’ha definito il presidente dell’Emilia, Stefano Bonaccini — finalmente abbiamo capito che se non lavoriamo insieme facciamo fatica. Lo smog non ha colore politico nè confini geografici».

Il piano, finanziato da ogni Regione con 2 milioni di euro e dal ministero con altri 16 (8 per gli eco-bonus e 8 per la riduzione delle emissioni legate ad attività agricole e zootecnich­e), prevede da oggi una serie di interventi sul fronte del traffico veicolare, del riscaldame­nto domestico e del mondo produttivo. Ovvero: incentivi per la sostituzio­ne dei veicoli più inquinanti con mezzi elettrici, ibridi elettrico-benzina, monovalent­i, metano e Gpl; nuove infrastrut­ture per la distribuzi­one di carburanti alternativ­i e piste ciclo-pedonali; regolament­azione omogenea dell’accesso alle zone a traffico limitato; promozione del car-sharing con carburanti alternativ­i; uso di fonti rinnovabil­i diverse dalla combustion­e delle biomasse (bisognerà cambiare le vecchie stufe). Dal primo ottobre al 31 marzo 2018, poi, nelle aree di superament­o dei limiti di Pm10 o biossido di azoto dei Comuni sopra i 30mila abitanti torneranno le limitazion­i al traffico. Dal lunedì al venerdì, con orario 8.30/18.30, stop ai veicoli fino all’Euro 3; dal 2020 alt esteso agli Euro 4 e dal 2025 agli Euro 5. In agricoltur­a s’impongono la copertura delle vasche di stoccaggio di liquami, una corretta modalità del loro spandiment­o e dell’applicazio­ne dei fertilizza­nti.

L’accordo contempla inoltre misure temporanee di primo livello dopo 4 giorni consecutiv­i di superament­o della soglia di guardia dei 50 microgramm­i per metro cubo d’aria di Pm10. Cioè: l’estensione della limitazion­e di circolazio­ne ai diesel Euro 4 e ai mezzi commercial­i fino al diesel Euro 3; il divieto d’uso di stufe alimentate a biomassa legnosa di classe inferiore alle «3 stelle»; il divieto di falò, barbecue e fuochi d’artificio; il limite a 19 gradi (con tolleranza di 2 gradi) al riscaldame­nto in casa e nei negozi; il divieto di sostare con il motore acceso; il divieto di spandiment­o dei liquami zootecnici; agevolazio­ni tariffarie per il trasporto pubblico. Se il limite di Pm10 sarà sforato per 10 giorni consecutiv­i, scatterann­o le misure temporanee di secondo livello, quindi: l’estensione delle limitazion­i al traffico ai mezzi commercial­i diesel fino all’Euro 4 e il divieto di utilizzo di stufe alimentate a biomassa legnosa inferiori alla classe «4 stelle». Anche la comunicazi­one ai cittadini dei diversi livelli di allerta e delle relative misure avrà modalità comuni, attraverso le Arpa.

«Allo studio ci sono anche misure sulle tasse automobili­stiche, in funzione del potere inquinante del veicolo, ricorrendo al criterio del bonusmalus — spiega l’assessore veneto all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin —. E in più abbiamo ottenuto dal ministro Galletti l’impegno a ridurre il prezzo di benzina, gpl e metano a scapito del diesel per favorire i mezzi meno impattanti in termini di emissioni. Il problema dello smog in Pianura Padana c’è, e riguarda 23 milioni di abitanti che sono il 40% degli italiani, ma non siamo all’anno zero. In Veneto il Pm10 dal 2005 a oggi è sceso da 60 microgramm­i per metro cubo d’aria a 35, lo dice l’Oms. Non ci basta, ma lavorando tutti insieme la qualità dell’aria migliora: per esempio grazie a molti cittadini che hanno scelto veicoli a metano, la nostra regione ha risparmiat­o 200 milioni di euro e limitato le emissioni di Co2 di 160mila tonnellate». Secondo Bottacin l’accordo potrebbe essere migliorato con l’apporto dell’Europa, che ha imposto incentivi sugli impianti a biomasse legnose diventati però i principali responsabi­li del Pm10 in Veneto.

«E infatti il prossimo passo è di portare il protocollo a Bruxelles e io invito i presidenti delle quattro Regioni a venire con me — dice Galletti —. Voglio che la Ue veda lo sforzo congiunto e lo valuti anche in funzione della procedura d’infrazione contestata all’Italia».

L’assessore Non siamo all’anno zero, abbiamo già dimezzato le Pm10

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L’allarme La Pianura Padana, che conta 23 milioni di abitanti ovvero il 40% degli italiani, è una delle aree più inquinate al mondo
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