Nina Moric adduce un malore e non si presenta da Bussinello Croce chiude davanti al Comune e Bertucco agli Orti di Spagna «Da noi niente risotti o tortellini»
Sono i satelliti di una campagna elettorale che sembra coagulata su tre pianeti. Quelli di Salemi, Sboarina e Bisinella che, in caso di ballottaggio, dovranno attingere anche dal loro bacino di voti. E per quanto «piccoli» o alternativi neanche loro ieri si sono potuti (o voluti) esimere da quel rito politico che è la chiusura della propaganda per le urne. In ordine temporale il primo è stato Roberto Bussinello che ha sfoderato anche il lato «social» di CasaPound annunciando di portare al tennis delle Torricelle oltre che il vicepresidente Simone di Stefano anche quella Nina Moric folgorata sulla strada dei fascisti del terzo millennio. «Se non vieni sei un moderato! Riprendiamoci Verona», era lo slogan che comunque non ha portato grandi folle. Con la modella croata che ha defilato l’invito adducendo un malore dell’ultimo momento e la cui presenza era stata criticata sui social. Sulla sua bacheca lei ha risposto con un «Verona è un’occasione per noi, dove abbiamo molte possibilità di vincere» in cui dimostra tutta la sua «ingenuità» politica e un mirabolante «Bussinello sindaco per noi sarebbe l’occasione per dimostrare al mondo cosa possiamo fare», mentre l’avvocato candidato ieri ha ribadito il «prima i veronesi», escludendo qualsiasi apparentamento al ballottaggio «con un centrodestra che ha governato con Tosi».
Alle 21, in piazzetta Orti di Spagna, è stata la volta dell’antitesi alla destra radicale. Un luogo scelto non a caso, quello di «Michele Bertucco sindaco» della sinistra fuoriuscita dai centrismi del Pd, in una piazzetta che ha ricalcato architettonicamente il suo programma e che «quando è stata disegnata era un progetto rivoluzionario dove le persone sono state considerate al centro della visione: case con spazi comuni e giardini». «Il nostro progetto - ha detto Bertucco - parte da lontano, dalle iniziative per la difesa e la valorizzazione della città, del
territorio, dei quartieri, e vuole andare ancora più lontano, affermando quei principi di inclusione, giustizia e partecipazione tanto sbandierati in ogni campagna elettorale ma che troppo spesso poi finiscono nel cassetto a causa di mille, sempre validissime, ragioni “tecniche” e “politiche”». «Al momento stiamo costruendo una rete di opposizione, in vista del prossimo sindaco che per noi al di là dei partiti sarà comunque di centrodestra», hanno spiegato i suoi sostenitori. Mezzora più tardi, ma questa volta nel «salotto» cittadino della Bra, con tanto di palco quasi più a favore dei turisti che dei sostenitori che non sono accorsi esattamente in frotte, di rimpetto a quel Palazzo Barbieri che vorrebbe cambiare dalle fondamenta c’era Michele Croce. «Ne abbiamo fatte di cose – ha ribadito tirando le fila della sua campagna -. Abbiamo alzato il velo su un sistema dimostratosi inconcludente e anche corrotto. Abbiamo proposto un’idea di città fondata sulle eccellenze e con essa un programma amministrativo con specificato dove troveremo le risorse per realizzarlo». Aspetta di vedere i risultati elettorali, il candidato di Verona Pulita.«Se i voti me lo permetteranno porterò avanti il mio progetto libero, senza legarmi a nessuno. E di certo non lo farò con chi ha amministrato Verona negli ultimi cinque anni». Al di là delle alleanze che verranno partorite dopo il voto, ieri ad unire i candidati, almeno Bertucco e Croce, qualcosa c’era. Con la campagna elettorale del primo che si è chiusa sul mantra «il vostro voto vale molto di più di un risotto o di un palloncino» e quella del secondo blindata con un «noi non offriamo risotti e tortellini», stesso concetto espresso l’altra sera da Sboarina in antitesi al «nodo d’amore» offerto dalla Bisinella. Ma si sa, in tempi di elezioni, tutto fa brodo… Anche il risotto che non c’era.
Bertucco Il nostro progetto parte e torna nei quartieri, con un’inclusione che qui è sempre mancata Croce Ne abbiamo fatte di cose, alzando il velo su quello che era un sistema inconcludente, corrotto