E Gennari carica i grillini «È ora di cambiare, sono certo che ce la faremo»
Musica dagli altoparlanti. Un attivista sistema le ultime bandiere attorno al palco. «Cosa succede?» chiede con fare sorpreso un bambino al papà. In pochi minuti piazza dei Signori si anima, sventola una bandiera del Movimento 5 Stelle e il candidato Alessandro Gennari sbuca da una vietta laterale. Gilet grigio e camicia blu per la serata conclusiva della campagna elettorale. «Siamo solo al termine del primo tempo, abbiamo l’energia giusta per proseguire. Ai veronesi chiediamo di scommettere su di noi: cinque anni per dimostrare che si può cambiare» spiega mentre tutto attorno è un continuo di strette di mano, abbracci e sorrisi di incoraggiamento. «Ce la facciamo, ce la facciamo» ripetono i presenti. Sono un centinaio, ma nessun confronto con la piazza del giorno precedente che ha ospitato la convention conclusiva del centrodestra con Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Luca Zaia a tirare la volata di Federico Sboarina. «È la nostra festa, una festa veronese senza risotti offerti né ordini di scuderia per richiamare i militanti dalla provincia puntualizza Gennari -. L’appuntamento decisivo è domenica nella cabina elettorale. Serve una visione ad ampio raggio perché, per i risultati che ha ottenuto finora, Verona potrebbe proseguire anche senza politica. Noi vogliamo dare un futuro migliore a questa città». Dagli altoparlanti, la voce registrata del fondatore del movimento, Beppe Grillo: «Buonasera, benvenuti nel futuro». E la piazza applaude. Sale sul palco il consigliere Manuel Brusco e ricorda che «abbiamo una grande possibilità di cambiare il volto di questa città». La parlamentare Francesca Businarolo va all’attacco: «Guardate i volti e i nomi dei candidati. I nostri sono tutti con la fedina penale pulita. Giacino non è stato assolto dalla Cassazione, rischia una pena aggravata e ricordate che questa è la continuità di cui parla la Bisinella». Il campanile della Torre dei Lamberti suona. La battuta di Gennari è fulminante: «È ora di cambiare». È il turno dell’altro deputato Mattia Fantinati che ricorda gli esordi del movimento in città: «Sono venuto qui pensando ai tortellini e invece mi hanno fatto parlare - graffia -. Cinque anni fa nessuno credeva in noi e ci dicevano di lasciare perdere. Ma ora siamo qui e vi invito a chiedervi chi paga il palloncino, chi paga i tortellini, chi paga il gadget? Perché se la vostra risposta è “nessuno” significa che il prodotto siete voi. Una volta al governo, la prima cosa che faremo sarà controllare i bilanci e capire dove finiscono tutti i soldi dei cittadini».