Venezia contro Trento lo scudetto dei virtuosi
Due città, due mondi sportivi (e politici) agli antipodi stasera in campo per il titolo del basket. Zaia: «Il derby delle autonomie»
Trento-Venezia era una tratta ferroviaria o poco più, fino a qualche anno fa. Adesso no, perché quei 200 chilometri di autostrada separano due città molto diverse ma unite dalla finale che assegnerà lo scudetto del basket.
Di fronte la Reyer e l’Aquila, il ballo delle debuttanti prende stasera il primo giro. Di fronte due squadre che mai hanno giocato una finale per il tricolore. Prima volta in assoluto. La Reyer può vantare due scudetti nel 1942 e 1943 ma quello era quasi un altro sport, pur se giocato tra le meraviglie del Sansovino alla Scuola Grande della Misericordia. La storia però si scrive adesso, perché c’è una serie da giocare, una serie che parte stasera al palasport Taliercio di Mestre. Alle 21.15 la palla a due di un confronto che tanto ha in comune e tanto ha di differente, un confronto che corre anche sulla linea delle autonomie, la parola magica che Trento conosce a memoria e che Venezia, chissà, potrebbe anche imparare in un futuro nemmeno troppo lontano.
Una sfida inattesa, sul piano sportivo, almeno da una parte. Tutti si aspettavano Milano e invece. E invece ci è arrivata l’Aquila, che si è sbarazzata in semifinale dell’Olimpia in cinque round. «Scudetto? Ci crediamo eccome — scandisce Ugo Rossi, governatore della Provincia di Trento — Venezia è una grande squadra ma ce la giochiamo, statene certi. L’Aquila è una bella realtà, fanno un gran lavoro nelle scuole, con i ragazzi e sul territorio. Noi diamo una mano sul piano finanziario, è un veicolo eccezionale di promozione del territorio. E da buon appassionato sarò al palasport».
E l’aspetto finanziario, lo si voglia o no, richiama anche il tema dell’autonomia della provincia e dello statuto speciale. Circa 500mila abitanti (quasi 5 milioni in Veneto), un Pil nominale per abitante di quasi 35mila euro (in Veneto siamo a quasi 31mila). Il Pil complessivo dice quasi 17 miliardi per il Trentino, 150 per il Veneto. Non si sta affatto male, insomma, però... «Sì, siamo considerati privilegiati sul piano delle risorse — dice Rossi — ma io vorrei che anche il Veneto presto potesse godere di una certa autonomia in alcune materie gestite dallo Stato: sarebbe un vantaggio per tutti».
Un assist che arriva dritto tra le mani di Luca Zaia. E il governatore del Veneto è uno che non spreca le occasioni. «Beh, prima facciamo il referendum... Ma Rossi è un amico, insieme abbiamo lavorato su tante cose, come la ferrovia delle Dolomiti o la Valdastico. E chissà che questa finale non sia l’occasione anche per risolvere la questione dei confini della Marmolada... Dai, diciamo che sarà il derby dell’autonomia». E sul piano sportivo? «La Reyer è un’altra eccellenza veneta nello sport — dice Zaia — e il merito è tutto di Luigi Brugnaro. Penso non solo alla prima squadra ma soprattutto al settore giovanile: fondamentale. Credo che in campo non scendano solo cinque giocatori ma, idealmente, tutti i ragazzini che sognano col progetto Reyer di diventare, un giorno, un campione».
Già, il «progetto Reyer». Decine di società satellite che lavorano insieme a quella orogranata, che è un po’ il faro da seguire. Come succede anche a Trento, dove l’Aquila lavora da sempre insieme alle altre società, portando buone pratiche, esempi concreti, sostegno. Le differenze: Trento si regge su un consorzio di sessanta aziende, su una fondazione e su un trust di tifosi che mettendo una cifra pari a 50 euro hanno il diritto di far eleggere un componente nel cda. Poi c’è il main sponsor Dolomiti Energia, una multiutility mista pubblico-privata nel campo energetico.
La Reyer invece ha sempre fatto riferimento a Luigi Brugnaro, anima e patron della società orogranata, che da quando ricopre la carica di sindaco ha lasciato la presidenza al suo braccio destro Federico Casarin, che è anche dg. Le aziende sponsor ci sono e sono in numero crescente ma non esiste una realtà consortile come, per esempio, c’è a Treviso. E i tifosi? «È una nostra peculiarità — dice Luigi Longhi, giornalista dell’Adige e presidente trentino — avere anche i nostri tifosi nel cda. Lo riteniamo importante, in un certo senso anche un progetto di crescita. La finale? Noi vogliamo vincere, che discorsi... A questi livelli mica si scende in campo per partecipare, sarebbe poco rispettoso».
Le prime due partite a Venezia, poi a Trento. Due realtà che si sono sempre guardate un po’ da lontano. A unirle almeno in parte i due play italoargentini, Ariel Filloy e Andres Forray, due che hanno piantato i denti nel pane duro delle minors prima di arrivare alla crema della serie A. «Essere qui è un orgoglio — dice Alessandro Andreatta, primo cittadino di Trento — anche perché l’Aquila rappresenta tutto il Trentino, è una realtà legata alla città e in cui la città si riconosce: nell’attività sportiva, sì, ma anche al di fuori. Lavorano con una decina di associazioni che operano nel campo del disagio sociale. L’attesa in città? Pensate solo che il 14 giugno abbiamo deciso di chiudere i lavori del consiglio comunale alle 20 per poter essere al palasport per seguire gara 3».
Sindaco e patron, Luigi Brugnaro sorride. È felice ma non molla un centimetro. «Bene, un’impresa storica, è vero. Ma non abbiamo vinto nulla. Vedo tanta euforia e mi fa piacere, ma dico: restiamo sul pezzo, fino alla fine. Questa finale, ma anche i risultati nel calcio di Venezia e Mestre, ci dicono una cosa: che lo sport può essere un trampolino per la città, può essere un esempio. Niente è facile, tutto va conquistato. Ma bisogna farlo insieme, credendoci. Lo dico a tutti: più sostenitori, meno polemiche. Ritroviamo lo spirito migliore, quello più sano... E lasciatemi dire una cosa: questa finale la dedico a mia moglie Stefania, per la passione che ci mette e la pazienza che porta».
Stasera si gioca, alla fine. Trento e Venezia, non più solo una linea ferroviaria. Sport e non solo. Il gruppo «Centopercentoanimalisti» ha annunciato una protesta prima della partita. Il motivo è, ancora, l’uccisione dell’orsa Daniza, avvenuta nel 2014 in Trentino.
Aquile e Leoni in campo, una carezza per l’orso ci può stare.
Rossi Aiutiamo la squadra sul piano finanziario Oggi? Sarò al palasport Brugnaro Reyer e Venezia lo dimostrano, lo sport può rilanciare la città