Agec deve diminuire lo stipendio del dg Motta Ma non si sa di quanto
Lo stabilisce un atto (dimenticato) del consiglio comunale
Dopo le polemiche politiche, ecco un nuovo intoppo burocratico-stipendiale per la delibera che nei giorni scorsi ha riconfermato la dottoressa Maria Cristina Motta quale direttore generale dell’Agec.
Proprio un paio di settimane fa, intatti, la dottoressa Motta è stata rinominata nel suo incarico dal Consiglio d’Amministrazione dell’Azienda, presieduta dall’avvocato Massimo Galli Righi.
Gli oppositori avevano parlato, con toni anche piuttosto pesanti, di delibera preelettorale, ma lo stesso Galli Righi aveva altrettanto seccamente replicato che era stato fatto esattamente quanto previsto dalla legge, non una virgola in più né una virgola in meno, visto che la legge offre solo due strade possibili: o si riconferma il dirigente in carica o si apre un bando pubblico per cercarne uno nuovo, ma in questo caso occorre farlo sei mesi prima della scadenza contrattuale. Ognuno era rimasto del proprio parere, ma la questione sembrava superata.
Adesso, però, è saltato fuori un problema diverso. Il contratto riconfermato al direttore è infatti praticamente identico a quello precedente, e prevede che fino al 31 dicembre 2019 la dottoressa Motta percepisca uno stipendio di 196mila euro, esattamente come avveniva in precedenza.
Qualcuno si era però dimenticato di un «atto d’indirizzo» varato dal consiglio comunale di Verona esattamente su questa materia. Materia su cui c’era stata battaglia, con proposte e controproposte.
Alla fine, nella tarda serata del 24 settembre 2015, si era arrivati faticosamente a votare appunto un «atto d’indirizzo», che aveva ricevuto 19 voti favorevoli, 3 contrari ed 8 astensioni. Il documento recita che «l’Azienda speciale Agec dovrà attuare, all’atto del rinnovo del contratto di lavoro dei dirigenti e del direttore generale, una riduzione del trattamento retributivo individuale lordo annuo (base ed accessorio)».
Insomma, non si spiega di quanto, ma quello stipendio va ridotto. L’atto d’indirizzo afferma anche che «la retribuzione accessoria dei dirigenti e del direttore generale deve essere collegata ad obiettivi di performance aziendale e proporzionata in base al raggiungimento di concreti risultati di miglioramento/innovazione/ incremento della quantità e(o della qualità dei servizi, sulla base di parametri economici ed indicatori non economici oggettivamente misurabili».
Cosa accadrà adesso? L’ipotesi più probabile è che sia necessario riconvocare il Consiglio d’Amministrazione dell’Azienda, riprendere in mano tutte le carte, prendere atto di quanto deciso dall’assemblea municipale e «limare» la cifra pattuita con la dottoressa Motta. Di quanto? Impossibile prevederlo, ma l’atto d’indirizzo municipale parla semplicemente di una «riduzione del trattamento loro l’anno(base ed accessorio)».
Probabile che il taglio non sarà quindi fortissimo (in teoria basterebbe anche qualche centesimo di meno). Ma taglio sarà.
Come era stato deciso un anno e mezzo fa a Palazzo Barbieri, ma come ci si era, forse un pò superficialmente. dimenticato di fare.