Corriere di Verona

Urlano «libertà» e sfilano in 500 Il ritorno in piazza del popolo free vax

- D.O.

Maglietta o camicia bianca e un logo nero stampato dietro, con la scritta «Io dubito». Ecco la divisa dei free-vax (preferisco­no questa «etichetta» - dicono - a quella di «no vax») che per la seconda volta in due settimane hanno scelto Verona per una manifestaz­ione. Alla fiaccolata di ieri in corso Porta Nuova erano circa in cinquecent­o a gridare ripetutame­nte «Libertà». Le richieste: vaccini «monovalent­i», esami prevaccina­li, e un «dibattito serio e approfondi­to» anziché imposizion­i dall’alto. Motore dell’iniziativa il Corvelva, il Comitato veneto per la libertà vaccinale. Che lancia anche un ultimatum alle scuole dell’infanzia paritarie, in particolar­e quelle della rete Fism, le più diffuse in Veneto. «Abbiamo scritto alla Federazion­e delle materne della provincia di Verona e delle altre province venete - fa sapere il portavoce scaligero del Comitato, Mattia Marchi - per sapere quale sono le loro posizioni». In una nota diffusa a fine maggio, la segreteria nazionale della Fism aveva definito l’obbligo vaccinale «necessario». «Abbiamo ricordato loro prosegue Marchi - che i nostri figli frequentan­o anche le loro scuole e che loro devono pensare al lavoro dei propri insegnanti». Molte delle persone presenti ieri in piazza Bra si sono dati appuntamen­to per oggi a Roma. Le richieste alla politica locale sono rivolte soprattutt­o al governator­e Luca Zaia e all’assessore alla Sanità Luca Coletto: «Devono opporsi - è la richiesta dei manifestan­ti - a questo provvedime­nto coercitivo, ingiusto e incostituz­ionale». Ma negli ultimi giorni il Corvelva dichiara di aver incontrato anche «tutti i candidati sindaco». «Anche se non possono fare molto, Verona è una città importante, e una presa di posizione potrebbe essere d’aiuto».

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