Il «Nuovo mondo» di LaChapelle
Alla Casa dei Tre Oci di Venezia la grande mostra dedicata al fotografo americano
Primo appuntamento con la grande mostra fotografica David LaChapelle. «Lost+Found», in corso fino al 10 settembre alla Casa dei Tre Oci di Venezia (www.treoci.org)
Venezia. Giudecca. Fondamenta delle Zitelle. La Casa dei Tre Oci ospita la mostra «Lost+Found» di David LaChapelle ed è subito poesia per gli occhi, tripudio di colori, melting pot, provocazioni e tanto, tanto amore. A comandare, però, è l’inganno delle immagini. La fotografia mostra, non dimostra! E tutti gli scatti che costituiscono il percorso espositivo contengono una forte dose di ambiguità. Le cose non sono come sembrano. E forse è un buon consiglio quello di osservare ogni minimo particolare. Ogni stampa nasconde un segreto.
Ma non è solo il fascino delle apparenze a conquistare il visitatore. La galleria di ritratti è davvero impressionante e sono tantissimi i volti di star internazionali che hanno fatto la coda per essere ritratte dal maestro dell’obiettivo americano. Da Michael Jackson a Courtney Love. Da Naomi Campbell alle sorelle Kardashian. In parete ci sono più di 80 stampe fotografiche di formati impressionanti. In apertura, al piano della terra della Casa costruita più di 100 anni fa dal pittore Mario De Maria, la serie inedita «New World»: undici fotografie che LaChapelle ha realizzato nel suo buen retiro nelle Hawaii per raccontarci la sua nuova mistica e appassionata curiosità nei confronti del mistero della vita. Per questo recentissimo capitolo LaChapelle torna alle tecniche analogiche. Photoshop è abolito. Molto meglio forbici e colla. Il tratto è riconoscibile e ci riporta ai suoi esordi quando la factory di Andy Wharol era la sua casa. È lui stesso a rievocare quei mitici anni ‘80: «Mi misi in testa che le riviste fossero come gallerie e che se qualcuno strappava la pagina della rivista su cui stava una foto e l’attaccava sul frigorifero, ecco, quello era il museo, il museo privato di qualcuno. Cominciai a lavorare giorno e notte. Lavoravo con questo stile esasperato. Ma di stile non sapevo un bel niente. Non ci pensavo. Erano le cose che mi attraevano. Facevo quello che mi interessava e mi attirava. Il colore, il senso dell’umorismo, la sessualità e la spontaneità. Era tutto molto intuitivo. Non pensavo mai: questo è lo stile». Da allora a oggi i temi non sono cambiati e la profondità d’indagine è rimasta la stessa. Nella sequenza di «New World» c’è il racconto di uomo in cerca della propria identità. C’è la determinazione di chi pone delle domande e non vuole dare risposte. C’è, insomma, un autore che sogna un paradiso per tutti e che si è guadagnato un soprannome molto invidiato: Il Fellini della fotografia. Continua. Prossime puntate 15 e 29 giugno