Hellas, la serie A porta 30 milioni di diritti tv
La serie A porta il record di introiti per la trasmissione delle partite. Mercato, ipotesi Mandragora e Mattiello
VERONA Le televisioni premiano l’Hellas. Saranno 30 i milioni incassati dal club di via Belgio per la prossima stagione di Serie A, derivanti dalla trasmissione audiovideo delle partite del Verona. Una soglia che è ancora in fase di definizione, che potrebbe raggiungere anche quota 31. Sarà, però, il picco di introiti per i diritti tv della storia dell’Hellas. D’altronde il Verona è tornato in A, nel 2013, dopo un’assenza di undici anni, ossia nel periodo in cui le entrate televisive, con l’ingresso di Sky sul mercato, si sono impennate vertiginosamente. In seguito, il resoconto riguardante la società gialloblù ha portato a incamerare 27 milioni per il 20132014, 27,5 per il 2014-2015 e, infine, 28 nel 2015-2016, annata conclusa con la retrocessione in B. Con la promozione colta un mese fa, dunque, il Verona otterrà di più.
Serve, tuttavia, calibrare l’analisi sulla base di quanto, al tempo stesso, l’Hellas dovrà versare come contributo alla Lega di Serie B, secondo quanto previsto per i tre club promossi: si parla di 3 milioni di euro. In caso di permanenza in A, in tre anni il Verona sborserà in totale 6,5 milioni. A quelli per la prossima stagione ne andrebbero aggiunti 1,5 per la seconda e 2 per la terza. Semplificando il ragionamento, l’Hellas nel 2014 ha percepito 24 milioni, 26 nel 2015 e la medesima cifra nel 2016. Un calcolo, questo, che non cambia la sostanza: sottraendo 3 milioni ai 30 preventivati per il 2017-2018, il Verona potrà metterne in cassa 28. Il massimo di sempre, quindi. Ad aumentare l’introito per l’Hellas, rispetto al passato, sono dei fattori di campo: la salvezza del Crotone, con la retrocessione dell’Empoli, e la promozione del Benevento a scapito del Carpi. In questo modo, in A, ci saranno due realtà che hanno un percorso (recente o datato) meno incisivo, cosa che amplierà la fetta a disposizione del Verona. A determinare la quota a favore di ogni singola società sono, infatti, tre parametri: il bacino d’utenza, la storicità del club – e in questo l’Hellas, con uno scudetto nel carniere e altri risultati di valore nel passato, è ben piazzato –e i risultati ottenuti negli ultimi anni. Il Verona non fruirà, invece, della ripartizione del residuo del «paracadute» di cui avrebbe goduto se fosse rimasto in B: i 15 milioni stabiliti saranno divisi tra i quindici club che hanno partecipato all’ultimo campionato di Serie A, piazzandosi tra la terza e la diciassettesima posizione. Un milione a testa, il conto complessivo della divisione. L’Hellas, nel contempo, si è appena seduto al tavolo delle trattative per il rinnovo per il prossimo triennio (20182021) dell’accordo sui diritti televisivi. Una questione caldissima, dopo che Mediaset non ha formulato alcuna offerta – e che ha depositato un esposto all’Antitrust sul bando – e con gli altri due soggetti in corsa per i pacchetti presentati, Sky e Perform Group, che non sono andati oltre i 540 milioni complessivi, a dispetto di un’aspettativa della Lega di Serie A e dell’advisor Infront che toccava il miliardo di euro. Il Verona ha partecipato all’assemblea di sabato scorso, la discussione ora filtrerà nelle stanze della politica economica dell’italica pedata. Intanto l’Hellas si tiene stretto il «tesoro» conquistato con la Serie A. Una stagione che per i gialloblù – ieri è arrivata l’ufficializzazione – inizierà con il raduno fissato per il 5 luglio. In programma ci saranno tre giorni di test atletici, poi la partenza per il ritiro di Primiero San Martino di Castrozza, in programma dall’8 al 23. La prima amichevole, un galoppo a ranghi misti tra Verona A e Verona B, è in programma a Mezzano il 12 luglio. Mercato: l’asse con la Juventus non si interrompe. I nomi nuovi sono quelli di Mandragora e Mattiello.