Federico e la battaglia contro la teoria gender Patrizia e la firma ritirata
Il tema è di quelli che stanno scaldano gli ultimi giorni di campagna elettorale in città. Parliamo di «educazione di genere». Ecco le posizioni dei due candidati.
È rimasto clamorosamente sotto traccia nel primo round, quando i tormentoni dei candidati sindaco riguardavano i centri commerciali, la viabilità e la mobilità sostenibile, la trasparenza e l’assessorato alla Cultura. A una settimana dal ballottaggio, il «gender» (termine che riassume, con una certa semplificazione le tematiche relative alle politiche di genere) torna a influire sulla campagna elettorale. E difficilmente poteva essere altrimenti in una città che due anni fa si è distinta per la raccolta firme «contro il gender nelle scuole» e dove il Popolo della Famiglia, che quest’appello lo ha inserito direttamente nel simbolo elettorale ha raccolto una percentuale da record: il 3,35% superando partiti nazionali come Fratelli d’Italia e arrivando a sfiorare i consensi ottenuti da Forza Italia. Di «gender» si è parlato una volta in un dibattito pubblico, quello che si è tenuto al polo culturale della diocesi di via del Seminario venerdì scorso, quando Federico Sboarina (centrodestra) ha assicurato di voler porre in atto ogni iniziativa per evitare che nelle scuole ci sia un approccio educativo orientato alle teorie di genere. È seguita l’accusa a Patrizia Bisinella (Fare! - Lista Tosi) di aver firmato un documento (ritirando poi la firma, ha specificato subito Sboarina) in senso opposto. La difesa di Bisinella è arrivata a stretto giro: il documento era stato firmato in quanto collegato a un altro «contro la violenza di genere». «Tradizione» Una manifestazione contro la diffusione della teoria gender nelle scuole e nella società Da allora il dibattito si è spostato alla rete. Sabato hanno cominciato a circolare due pagine, la 17 e la 18 del programma elettorale della coalizione «Sboarina Sindaco». Si tratta di proposte che appaiono sotto la voce «famiglia», con una premessa: «Perché la famiglia possa adempiere alla sua missione sarà necessario mettere in atto alcune azioni di sostegno “etico-valoriale”».Tra queste: «politiche a sostegno della famiglia naturale, sia dal punto di vista amministrativo e fiscale, che dal punto di vista valoriale e antropologico, con particolare attenzione alle famiglie numerose e a quelle che si prendono cura di anziani e disabili; politiche demografiche volte a premiare e a sostenere la natalità, e ad armonizzare i tempi della famiglia e del lavoro; iniziative per ridurre il numero di aborti attraverso l’informazione sulle possibili alternative all’interruzione volontaria di gravidanza; rafforzamento della collaborazione e del sostegno alle scuole paritarie».Arriva poi il capitolo «gender» vero e proprio. Il programma di Sboarina promette, a questo riguardo, «il contrasto alla diffusione delle teorie del gender nelle scuole, attraverso proposte educative, sviluppate in collaborazione con le associazioni di famiglie e finalizzate a promuovere il rispetto della dignità maschile e femminile senza appiattire le naturali e preziose diversità; il ritiro dalle biblioteche e dalle scuole comunali o convenzionate (nidi compresi) dei libri e delle pubblicazioni, Unioni civili Uno dei primi matrimoni gay celebrato nei mesi scorsi a Palazzo Barbieri che promuovono l’equiparazione della famiglia naturale alle unioni di persone dello stesso sesso; l’interruzione di iniziative che promuovono anche indirettamente questo stesso obiettivo e, infine l’impegno a respingere ogni iniziativa (delibere, mozioni, ordini del giorno, raccolta firme, gay pride, ecc.)». Insomma, c’è la scelta che ha fatto molto discutere all’inizio dell’amministrazione Brugnaro a Venezia, quella di «epurare» le biblioteche delle scuole dell’infanzia comunale (ma a Venezia c’era stata una precisa iniziativa dell’amministrazione precedente, che a Verona è mancata) e persino la volontà di rendere le cose difficili al «Pride» (che si è tenuto in città nel 2015).Nel programma di Bisinella invece non si fa nessun accenno specifico a queste tematiche. Tra le molte rivendicazioni su quanto fatto dall’amministrazione precedente non c’è quella relativa all’istituzione del registro delle unioni civili, molto criticato a destra in questa fase della campagna elettorale. Per quanto riguarda la famiglia, la candidata della coalizione «tosiana» promette sostegno alla maternità e alle famiglie con più figli, in presenza di disagio economico. Sul fronte scuola, supporto alle paritarie, con l’assicurazione di «concorrere al finanziamento delle spese di gestione delle scuole paritarie dei comuni limitrofi, per la quota imputabile ai propri cittadini residenti».
Sboarina No all’equiparazione tra famiglie naturali e unioni omosessuali
Libri gender? Via dalle biblioteche e dalle scuole comunali Bisinella Daremo sostegno alla maternità e alle famiglie con più figli
Paritarie? Sostenere le spese di gestione di quelle dei comuni limitrofi