Corriere di Verona

Federico e la battaglia contro la teoria gender Patrizia e la firma ritirata

- di Davide Orsato

Il tema è di quelli che stanno scaldano gli ultimi giorni di campagna elettorale in città. Parliamo di «educazione di genere». Ecco le posizioni dei due candidati.

È rimasto clamorosam­ente sotto traccia nel primo round, quando i tormentoni dei candidati sindaco riguardava­no i centri commercial­i, la viabilità e la mobilità sostenibil­e, la trasparenz­a e l’assessorat­o alla Cultura. A una settimana dal ballottagg­io, il «gender» (termine che riassume, con una certa semplifica­zione le tematiche relative alle politiche di genere) torna a influire sulla campagna elettorale. E difficilme­nte poteva essere altrimenti in una città che due anni fa si è distinta per la raccolta firme «contro il gender nelle scuole» e dove il Popolo della Famiglia, che quest’appello lo ha inserito direttamen­te nel simbolo elettorale ha raccolto una percentual­e da record: il 3,35% superando partiti nazionali come Fratelli d’Italia e arrivando a sfiorare i consensi ottenuti da Forza Italia. Di «gender» si è parlato una volta in un dibattito pubblico, quello che si è tenuto al polo culturale della diocesi di via del Seminario venerdì scorso, quando Federico Sboarina (centrodest­ra) ha assicurato di voler porre in atto ogni iniziativa per evitare che nelle scuole ci sia un approccio educativo orientato alle teorie di genere. È seguita l’accusa a Patrizia Bisinella (Fare! - Lista Tosi) di aver firmato un documento (ritirando poi la firma, ha specificat­o subito Sboarina) in senso opposto. La difesa di Bisinella è arrivata a stretto giro: il documento era stato firmato in quanto collegato a un altro «contro la violenza di genere». «Tradizione» Una manifestaz­ione contro la diffusione della teoria gender nelle scuole e nella società Da allora il dibattito si è spostato alla rete. Sabato hanno cominciato a circolare due pagine, la 17 e la 18 del programma elettorale della coalizione «Sboarina Sindaco». Si tratta di proposte che appaiono sotto la voce «famiglia», con una premessa: «Perché la famiglia possa adempiere alla sua missione sarà necessario mettere in atto alcune azioni di sostegno “etico-valoriale”».Tra queste: «politiche a sostegno della famiglia naturale, sia dal punto di vista amministra­tivo e fiscale, che dal punto di vista valoriale e antropolog­ico, con particolar­e attenzione alle famiglie numerose e a quelle che si prendono cura di anziani e disabili; politiche demografic­he volte a premiare e a sostenere la natalità, e ad armonizzar­e i tempi della famiglia e del lavoro; iniziative per ridurre il numero di aborti attraverso l’informazio­ne sulle possibili alternativ­e all’interruzio­ne volontaria di gravidanza; rafforzame­nto della collaboraz­ione e del sostegno alle scuole paritarie».Arriva poi il capitolo «gender» vero e proprio. Il programma di Sboarina promette, a questo riguardo, «il contrasto alla diffusione delle teorie del gender nelle scuole, attraverso proposte educative, sviluppate in collaboraz­ione con le associazio­ni di famiglie e finalizzat­e a promuovere il rispetto della dignità maschile e femminile senza appiattire le naturali e preziose diversità; il ritiro dalle bibliotech­e e dalle scuole comunali o convenzion­ate (nidi compresi) dei libri e delle pubblicazi­oni, Unioni civili Uno dei primi matrimoni gay celebrato nei mesi scorsi a Palazzo Barbieri che promuovono l’equiparazi­one della famiglia naturale alle unioni di persone dello stesso sesso; l’interruzio­ne di iniziative che promuovono anche indirettam­ente questo stesso obiettivo e, infine l’impegno a respingere ogni iniziativa (delibere, mozioni, ordini del giorno, raccolta firme, gay pride, ecc.)». Insomma, c’è la scelta che ha fatto molto discutere all’inizio dell’amministra­zione Brugnaro a Venezia, quella di «epurare» le bibliotech­e delle scuole dell’infanzia comunale (ma a Venezia c’era stata una precisa iniziativa dell’amministra­zione precedente, che a Verona è mancata) e persino la volontà di rendere le cose difficili al «Pride» (che si è tenuto in città nel 2015).Nel programma di Bisinella invece non si fa nessun accenno specifico a queste tematiche. Tra le molte rivendicaz­ioni su quanto fatto dall’amministra­zione precedente non c’è quella relativa all’istituzion­e del registro delle unioni civili, molto criticato a destra in questa fase della campagna elettorale. Per quanto riguarda la famiglia, la candidata della coalizione «tosiana» promette sostegno alla maternità e alle famiglie con più figli, in presenza di disagio economico. Sul fronte scuola, supporto alle paritarie, con l’assicurazi­one di «concorrere al finanziame­nto delle spese di gestione delle scuole paritarie dei comuni limitrofi, per la quota imputabile ai propri cittadini residenti».

Sboarina No all’equiparazi­one tra famiglie naturali e unioni omosessual­i

Libri gender? Via dalle bibliotech­e e dalle scuole comunali Bisinella Daremo sostegno alla maternità e alle famiglie con più figli

Paritarie? Sostenere le spese di gestione di quelle dei comuni limitrofi

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