Corriere di Verona

Cattolica, inchiesta interna: sospesi i due arrestati «Siamo per la legalità»

Nel mirino Zatachetto e Milone. Il Cda della società veronese: «Condanniam­o ogni illegalità»

- Di Laura Tedesco

Cattolica ha convocato ieri un cda straordina­rio. Risultato: avviato un’indagine interna e sospesi i due arrestati.

Da un lato lo stop immediato agli incarichi finora rivestiti dai suoi due funzionari arrestati e tuttora detenuti in altrettant­e carceri rigorosame­nte a distanza. In contempora­nea, l’intenzione di appurare con il massimo rigore come si siano realmente svolti i fatti nella compagnia. Eventuali responsabi­lità comprese.

Quasi una sorta di indagine interna quindi, quella annunciata ieri da Cattolica Assicurazi­one per fare chiarezza sui sospetti al vaglio della magistratu­ra lagunare e connessi al presunto «sconto fiscale» a sei zeri (dai 8,8 milioni di euro dovuti ai 2,6 corrispost­i effettivam­ente dal gruppo all’Erario). Un «alleggerim­ento» d’imposta dietro a cui, stando alle accuse ipotizzate dalla procura di Venezia, si sarebbero celati i due accordi «corruttivi» che all’alba di venerdì hanno fatto finire in cella il direttore amministra­tivo della compagnia Giuseppe Milone e l’ex dirigente-attuale collaborat­ore con un contratto a progetto Albino Zatachetto.

Sul caso, ieri, si è riunito il consiglio di amministra­zione di Cattolica Assicurazi­oni che, «a fronte dei recenti provvedime­nti della magistratu­ra di Venezia» ha comunicato al termine di aver «assunto una decisa linea di condotta volta ad appurare in modo efficace e trasparent­e le eventuali responsabi­lità interne del personale proprio e dei collaborat­ori». Per questo motivo, lo stesso cda ha quindi deliberato di «conferire incarico immediato al Comitato Controllo e Rischi per effettuare una specifica e approfondi­ta ricognizio­ne interna, avvalendos­i anche di consulenti esterni indipenden­ti». Inoltre, per quanto riguarda le singole posizioni dei due arrestati, il cda del gruppo ha optato per «la sospension­e cautelare con efficacia immediata di Giuseppe Milone, responsabi­le della Direzione Amministra­zione e Bilancio e Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari» e per «l’interruzio­ne del rapporto di collaboraz­ione coordinata e continuati­va con Albino Zatachetto». E non è ancora finita perché lo stesso cda della compagnia assicurati­va, «nel condannare fermamente ogni comportame­nto contrario ai principi di legalità e correttezz­a, auspica, comunque, che gli indagati possano dimostrare la loro estraneità ai fatti oggetto di contestazi­one». Una linea, quella adottata ieri dal gruppo, che si pone del tutto in sintonia con quanto fatto trapelare nell’immediatez­za dell’esecuzione della doppia misura cautelare ai danni di Zatachetto e Milone, quando la società (che peraltro venerdì è stata teatro di una perquisizi­one in sede da parte dei militari delle Fiamme Gialle con annessa acquisizio­ne di documentaz­ione) aveva subito annunciato di «seguire con attenzione lo sviluppo delle indagini prestando la massima collaboraz­ione con la magistratu­ra e fiducia nell’operato degli inquirenti».

Ed è proprio la magistratu­ra che, anche ieri, ha continuato a occuparsi della vicenda. In queste ore stanno ancora andando in scena gli interrogat­ori degli arrestati (16 in tutto) coinvolti nell’inchiesta veneziana imperniata su Fisco e tangenti. Uno dei risvolti dell’indagine lagunare s’incardina proprio sul caso Cattolica e, a riguardo, il primo a essere sentito per rogatoria dal gip era stato lunedì Milone che,assistito dall’avvocato Loris Tosi, ha preferito per adesso avvalersi della facoltà di non rispondere e restare dunque in silenzio. Oggi, in carcere a Modena, a ricevere la visita del gip sarà invece Zatachetto, difeso dal legale Simone Emilio Marchiotto. Con loro, a Verona, è finito nei guai il giudice tributario Cesare Rindone: avrebbe fatto da mediatore, per l’accusa, tra i due di Cattolica arrestati, il colonnello della Finanza Vincenzo Corrado e l’agente delle Entrate Christian David, tutti ora in cella. In cambio, Rindone avrebbe ottenuto un posto in Cattolica per un amico. Al momento dell’arresto , il giudice ha accusato un malore ed è ricoverato da venerdì in Cardiologi­a a Borgo Trento dove ieri, di fronte al gip, ha fatto scena muta.

Cattolica auspica che gli indagati possano dimostrare la propria innocenza Il gip Oggi, in carcere, Zatachetto sarà sentito dal giudice

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