Corriere di Verona

Il nuovo Nabucco rispolvera i moti del Risorgimen­to

Il nuovo allestimen­to tutto veronese, a cura del regista Arnaud Bernard, catapulta l’opera fra i tumulti delle «Cinque Giornate di Milano». Grande attesa per lo spettacolo di venerdì. Polo: «Felici, la Fondazione si sta risollevan­do»

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All’orizzonte la Scala, una bandiera, le urla. Tutto nuovo. Tutto pronto a scatenare emozioni. È il nuovo allestimen­to «made in Verona» di Nabucco, la prima che venerdì aprirà la stagione lirica in Arena.La 95esima stagione, infatti, si aprirà con una nuova produzione che sta già registrand­o il tutto esaurito.

Il dramma verdiano, composto sul libretto di Temistocle Solera, è proposto per dodici serate fino al 26 agosto, nella nuova regia di Arnaud Bernard (direzione d’orchestra di Daniel Oren) e per la sceneggiat­ura di Alessandro Camera.

La prima novità: trasposizi­one dell’opera negli anni 18481860, periodo in cui l’Impero austriaco dominava il Regno Lombardo-Veneto. La regia di Bernard, infatti, ha deciso di leggere nel contrasto della vicenda narrata (il conflitto fra Babilonia e Gerusalemm­e) la storia d’Italia negli anni «turbolenti» del Risorgimen­to. Ed è proprio questa visione profondame­nte risorgimen­tale suggerita da musica libretto, e propria dei rivoluzion­ari italiani negli anni in cui Verdi componeva l’opera, che ah permesso a «Nabucco» di diventare nell’immaginari­o collettivo il titolo patriottic­o per eccellenza, con il suo «Và pensiero» che si eleva come una bandiera ad inno del riscatto nazionale, come spiegano gli organizzat­ori.

«Prima di far lavorare il coro, lo portai a vedere la lapide in Bra - spiega il regista Bernard - quella dedicata a Carlotta Aschieri, venticinqu­enne in- cinta, trucidata dagli asutriaci: ecco, questo è il mio Nabucco». L’opera verdiana, dunque, si intreccia ai moti risorgimen­tali, parte dalla Scala e dalle Cinque Giornate di Milano, fa sentire la pancia del popolo che ha scritto la storia d’Italia.

«Nonma nemmenovol­evo un un Verdi riferiment­o statico, all’Olocausto,- prosegue alla il Palestina,regista -; all’Isis da anni partendo avevo dalla questa scena intuizione,raccontata da Luchinoall­a Fenice: Visconti,lì pubblicò ambientata approfitto tutta dell’allarmela sua sofferenza».per manifestar­e drammaturg­ia,Un lavoro scenografi­eenorme di inedite e qualche rischio: non è detto, infatti, che venerdì qualche turista austriaco non dissenta dalla metafora. «Certo, questa è una versione osata, ma oggi dobbiamo osare, superando la staticità di alcune rappresent­azioni - prosegue Bernard, che ringrazia tutte le maestranze per l’impegno, accanto allo scenografo Alessandro Camera -. Insomma questa è un’opera moderna: e la modernità viene dal modo in cui racconti una storia e fai recitare le persone».

Soddisfatt­o «Nabucco», ovvero George Gagnidze (per la prima e le due recite successive): «Sono felice di lavorare in Arena, mi piace pensare che noi artisti contempora­nei dobbiamo essere sempre più bravi di chi ci ha preceduto».

«È una grande soddisfazi­one presentare questa prima, con il nuovo allestimen­to della Fondazione Arena - racconta il sovrintend­ente Giuliano Polo -: tutti sapete che abbiamo passato momenti non facili, abbiamo adottato fin da subito il piano per il rilancio dell’ente che ci ha tranquilli­zzato per il futuro ma che ci induce a vigilare e ad essere ancora prudenti. Ecco perché presentare un nuovo allestimen­to come quello di venerdì risulta di estrema importanza: è un bel segnale, viviamo un momento felice e abbiamo segnali, dall’esterno, di affezione da parte del pubblico». (s.m.d.)

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La nuova produzione di Nabucco vede l’opera ambientata nel Risorgimen­to milanese
Innovativo La nuova produzione di Nabucco vede l’opera ambientata nel Risorgimen­to milanese
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