Corriere di Verona

Morì dopo uno schianto e donò gli organi Un anno all’investitor­e

- La. Ted.

Era rimasto tra la vita e la morte ma poi si era dovuto arrendere, lasciando i suoi parenti straziati dalla perdita e dal dolore. Non ce l’aveva fatta Mattia Mazzi,idraulico di 35 anni, e il cuore aveva ceduto il 4 maggio 2016. Troppo gravi i traumi riportati in cui terribile incidente lungo la provincial­e 31 a Pastrengo di cui ieri, in udienza preliminar­e davanti al giudice Livia Magri, era chiamato a rispondere un camionista. Difeso dall’avvocato Alexander Gelmi, con l’accordo del pm, l’imputato per omicidio colposo ha patteggiat­o un anno con la sospension­e della pena e ha quindi chiuso così il contenzios­o con la giustizia. Dopo la tragedia, i parenti della vittima avevano dato il consenso per l’espianto degli organi e i medici avevano così subito avviato la procedura per dichiarare il decesso di Mattia Mazzi, residente a Valeggio sul Mincio: sposato con Alessandra, aveva portato avanti l’attività di papà Angelo, stroncato da un infarto 14 anni fa, in Austria. Quel giorno finito in dramma era diretto a Calmasino, quando all’improvviso, dopo aver affrontato una curva, si era trovato di fronte un bilico. L’impatto era stato violentiss­imo e il furgone di Mattia era letteralme­nte «rimbalzato» dall’altro lato della carreggiat­a. Ora il camionista sconterà un anno.

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La vittima Mattia Mazzi aveva 35anni e faceva l’idraulico

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