Zenti: «La Lega di Zaia è moderata Ius soli? Un diritto, ma va governato»
Il vescovo in un’intervista invita «a distinguere» e aggiunge: «La nostra città? Non è incorrotta» Grigolini: «La Curia mi aveva invitato ad accettare il ruolo di assessore con il centrodestra»
Anche il Vescovo, monsignor Giuseppe Zenti, interviene nei giorni della campagna elettorale per le comunali. E lo fa con un’intervista al sito web Vvox, in cui affronta alcuni dei temi più caldi della politica cittadina, a partire dal giudizio sulla Lega Nord («quella di Zaia non è quella di Salvini») e sulla legalità a Verona («siamo in una Verona che non può dirsi del tutto incorrotta»).
Monsignor Zenti ribadisce inoltre al prossimo sindaco di istituire a palazzo Barbieri un assessorato alla Famiglia. Il Vescovo parte da alcune considerazioni sugli «ultimi» sulle persone più trascurate nella società d’oggi per parlare poi dello ius soli, in discussione in Parlamento. L’intervistatore cita le polemiche recenti tra la Lega Nord e la Conferenza Episcopale Italiana, ma monsignor Zenti ribatte secco: «Io – dice - distinguo sempre molto nettamente tra Salvini e la nostra Lega. La Lega del Veneto, nella sua maggioranza, nel suo insieme, non è Salvini. È molto più moderata ed è giusto che la gente lo sappia. – aggiunge perché qui, in Veneto, non c’è né omofobia né xenofobia». Quanto allo ius soli, secondo il vescovo «è un diritto, ma basta che sia governato, perché uno potrebbe anche obiettare che con lo jus soli gli stranieri arrivano qua per mettere su famiglia e ottenere la cittadinanza».
Tornando a Verona e alle elezioni, il presule chiede che «qui, a livello locale, finalmente si chiarisca che la Lega veneta è rappresentata da Zaia, o anche dai leghisti di Verona, che conosco bene, che non sono identificabili con le posizioni e le sparate di Salvini: sono dei moderati e attenti al sociale vero». Sul piano dei programmi, poi, «la politica deve concentrare la sua attenzione sulle fragilità: le situazioni di famiglie disastrate, dei disabili, del bullismo, la situazione di sofferenza interiore di famiglie dissestate, divise, di figli che non si sentono amati, hanno delle ripercussioni spaventose e devastanti. In questo senso - propone il Vescovo - un assessorato alla famiglia mi pare che sarebbe la cosa migliore. E se è vero che le amministrazioni hanno poteri limitati, è anche una cosa vergognosa che proprio il sociale e le fasce deboli siano sempre le più penalizzate nei tagli di bilancio: questa è una vergogna ed è antidemocratico». Quanto al tema della corruzione, monsignor Zenti ribadisce che «siamo in un mondo corrotto, siamo in un’Italia che non è incorrotta, siamo in una Verona che non può dirsi nel suo insieme del tutto incorrotta». E non si tira indietro nemmeno davanti a un giudizio sulle infiltrazioni mafiose. «Penso anche a quello – risponde il vescovo - perché ci sentiamo di non essere del tutto puliti e chi governa deve essere pulito, in tutti i sensi, e mai scalfibile, trasparente: diciamo che non mi sento del tutto tranquillo, non posso dire: tutto bello, tutto trasparente, tutto limpido, c’è qualcosa che mi lascia perplesso, non sereno».
Infine il tema delicato delle scuole per l’infanzia. «Nel Veneto – spiega - la stragrande maggioranza di scuole dell’infanzia sono gestite da istituzioni cattoliche. Se di punto in bianco noi come Chiesa decidessimo di chiuderle, l’amministrazione del Veneto andrebbe in default. Immediatamente. Allora, da parte della Regione e da parte dei Comuni, dovrebbero esserci l’accordo di sostenere efficacemente queste nostre scuole. Serve una sorta di censimento mirato, perchè non è più il tempo dei finanziamenti a pioggia: ha senso invece valutare le condizioni delle singole scuole, e per ognuna stabilire l’aiuto necessario per non chiudere».
Tornando alla proposta di monsignor Zenti sull’istituzione di un assessorato alla Famiglia, un ulteriore elemento lo ha aggiunto ieri Filippo Grigolini, già candidato sindaco del Popolo della Famiglia, cui sarebbe stato proposto proprio il posto di assessore alla Famiglia se avesse appoggiato Federico Sboarina al ballottaggio. «Ho contattato personalmente ambienti della Curia, – ha spiegato ieri Grigolini in una conferenza stampa – e da parte del vescovo, ci è stato rivolto un chiaro invito ad accettare quella proposta. Noi, pur comprendendo le preoccupazioni pastorali del vescovo su questo tema, abbiamo risposto di no. Anche perché citando Papa Francesco ha concluso Grigolini - crediamo di non aver bisogno di vescovi pilota».
Giuseppe Zenti
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